CARMINE FARACO: "I MIEI TRENT'ANNI DI CARRIERA"
Intervista con il popolare comico del tormentone “Pecchè?”
“La domanda non è chi è, ma è pecchè?”: chi non ha mai sentito questo vero e proprio tormentone? Carmine Faraco, comico napoletano, ha avuto un enorme successo di pubblico con il personaggio, caratterizzato da questa frase, portato in televisione a Colorado Cafè, popolare trasmissione in onda sulle reti mediaset.
È arrivata così la consacrazione di un attore sulla breccia da tanto tempo: quest’anno infatti Faraco taglia l’importante ed invidiabile traguardo dei trent’anni di carriera. Napoletano d’origine, nell’arco del suo lungo percorso artistico ha spaziato in ogni campo dello spettacolo: tanto cinema, teatro, poi televisione.
Inizia da cabarettista e con il teatro affina la sua innata tecnica comica e d’improvvisazione da monologhista. Dalla sua anche una bella esperienza radiofonica su Radiouno e Radiodue. Il cinema è la sua vera grande passione: tanti i film di successo a cui ha partecipato, soprattutto da giovane, fra cui ricordiamo “I fichissimi”, “Mi manda Picone”, “Il tassinaro”, “Ricomincio da tre”, “Così parlò Bellavista”. Dalla sua dunque anche l’aver recitato con veri e propri mostri sacri come Massimo Troisi e Alberto Sordi fra gli altri.
La televisione gli ha però regalato una maggiore visibilità, grazie a trasmissioni di enorme successo come il “Seven Show”, “La sai l’ultima”, “Barbecue”, ospitate al “Maurizio Costanzo show”, ma soprattutto “ Colorado Cafè”.
Questa la nostra esclusiva intervista realizzata a Pescara proprio la sera in cui Carmine Faraco festeggiava, con la sua esibizione alla festa di Pescara Colli, i trent’anni di carriera.
Quest’anno lei festeggia i trent’anni di carriera, traguardo decisamente importante …
R - Ammetto che mi sono emozionato dietro il palco stasera: mi è tornato in mente quando avevo vent’anni e facevo i primi passi nel mondo dello spettacolo. È trascorso tanto tempo e sto facendo ancora questo lavoro. Ho cominciato all’epoca per gioco, iscrivendomi al collocamento: ho la cedolina marcata 6 giugno 1980.
Ha fatto tante esperienze nell’arco della sua lunga carriera, ma la grande celebrità è arrivata con il personaggio a Colorado Cafè, quello del celebre tormentone “Pecchè?”. Com’è nato?
R - È nato il tormentone in televisione perché in realtà le battute e l’argomento di cui trattavo già c’erano. Piano piano abbiamo cercato poi, andando in tv, di caratterizzarlo ed identificarlo il più possibile nell’abbigliamento, dando un senso più specifico alla sua immagine: il rocker anni ’70, per prendere in giro ad esempio cantanti come Orietta Berti, deve essere vestito in maniera adatta. Ha avuto successo perché le canzoni sono patrimonio di tutti, vecchie o nuove che siano, quindi il personaggio ha colpito ed è risultato vincente”.
Cinema, tv, teatro: quale di queste dimensioni preferisce come artista?
R - Lo spettacolo che porto in giro è da quasi musicista, perché ho una vera band che mi segue. Questo è il sogno che inseguo. Il mio primo amore è stato il cinema, io principalmente sono un attore e questo preferisco fare. Ho avuto tante soddisfazioni lavorando da giovane con tanti grandi nomi come ad esempio Sordi o Troisi.
Qualcuno l’ha accostata, come modo di fare comicità, proprio a Troisi: è un paragone comunque ingombrante ed impegnativo. Cosa ne pensa?
R - È un po’ esagerato. È un punto di riferimento per me e mi fa piacere che mi ci accostino.
Parliamo dei suoi progetti futuri
R - Non voglio parlarne anche per scaramanzia! Il più imminente comunque è la nuova stagione di Colorado Cafè che partirà a settembre, poi ho altre idee che spero vadano in porto.
Un ringraziamento all’amico Antonio Moccia e al Comitato Festeggiamenti della Madonna dei Sette Dolori di Pescara per aver reso possibile l’intervista.
(di Piero Vittoria - del 2010-08-17)
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