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“UNO STRANISSIMO VIAGGIO”, MARTA GERBI PARLA DEL NUOVO ALBUM

Dall’esperienza di Amici all’avventura musicale con la band “Marta Gi And Gi Monkeys”

Marta Gerbi, conosciuta da molti per la sua partecipazione alla seconda edizione di Amici e adesso impegnata nel nuovo progetto artistico con la band “Marta Gi And Gi Monkeys”, ci ha parlato del loro album “Uno stranissimo viaggio”, del loro stile musicale ma anche di sé e dei progetti per il futuro.
Come nasce il progetto Marta Gi And Gi Monkeys e come mai la scelta di questo nome?
R - Il progetto nasce grazie all'incontro di due mondi musicali apparentemente molto diversi: quello acustico e cantautoriale di “Marta Gi” e quello più underground e alternativo degli altri elementi del gruppo!
“Marta gi” sono io e questo nome è semplicemente una rivisitazione di “Marta Gerbi” che è il mio vero nome. l'idea dei “Monkeys” nasce da uno scherzo: ho sempre chiamato i miei musicisti” scimmie” a causa del loro modo di muoversi ...e quindi non potevano che chiamarsi “Monkeys”!


“Uno stranissimo viaggio” che parte dall'importante esperienza di Amici. Davvero è possibile trarre energia e coraggio proprio dalla normalità della vita quotidiana?
R - Credo che sia possibile scrivere dei testi convincenti e sinceri solo se quello che stai raccontando in qualche modo l'hai vissuto in prima persona ... quindi mi viene spontaneo parlare e prendere spunto proprio dalla vita quotidiana e dalle cose più normali!

Come definiresti il vostro genere musicale (new generation) e quali artisti hanno maggiormente ispirato il tuo modo di cantare?
R - Mah..è difficile catalogare il nostro stile all'interno di un genere musicale predefinito perché sono tantissimi i mondi musicali che ci ispirano e dai quali ci piace prendere spunti, ma soprattutto sono mondi musicali molto diversi quelli miei e quelli dei miei musicisti!
Comunque quando mi fanno questa domanda di solito mi piace parlare della mia musica come di “psycho-pop”!
I miei artisti preferiti sono tantissimi, per esempio: Joni Mitchell, Elisa, Bjork, i Coldplay, Ivan Segreto, Amalia Grè ...

Marta ti definisci dolce, fragile, sensibile ma anche molto lunatica, senza vie di mezzo? Nel campo professionale la vedresti come un'arma vincente se giocata nel giusto modo?
R - Siccome non ho grande scelta diciamo che spero lo possa essere!!!!! Per quanto riguarda la fragilità e la sensibilità però aggiungo che in realtà sono caratteristiche che ti aiutano a scrivere musica, ma di certo non ti aiutano a gestire tutte le fasi successive nelle quali, soprattutto al giorno d'oggi, è necessario essere molto forti e sicuri di sé.

Un piccolo flash su Amici: due aneddoti uno piacevolmente bello e uno, se c'è stato, che ti ha aiutato maggiormente a crescere professionalmente. R - E' stata un'esperienza molto formativa sotto più profili: quello professionale, quello umano quello “performativo”... ho avuto la fortuna di lavorare a strettissimo contatto con grandissimi professionisti e maestri quindi sicuramente questo è il lato positivo! Molti dei loro insegnamenti me li porto ancora adesso in studio di registrazione oppure sul palcoscenico! Il fattore che invece più ti aiuta a crescere è sicuramente quello di essere esposta in modo così violento di fronte a milioni di persone.

“Dito Lunghissimo” racconta la sensazione che ogni giorno si ha di non essere MAI soli. Cosa ti sentiresti di dire ad una persona che soffre di solitudine?
R - Il brano l'ho scritto cercando proprio di raccontare questa sensazione costante che accompagna le mie giornate: io mi sento sempre in compagnia ... sempre seguita e protetta da qualcuno e mi piace pensare che si tratti di un angelo. La solitudine è una condizione davvero difficile da gestire .. .il non poter condividere qualcosa con un amico o un parente o un fidanzato è frustrante ... l'angelo è stata la mia soluzione ... magari lo può essere non solo per me ...

“Via Sciò” è il cantar la fuga dalle proprie responsabilità. Non pensa sia un grosso pericolo in una società da molti definita sempre più come quella dei “bamboccioni”?
R - Il testo non parla affatto di “scappare dalle proprie responsabilità”... io vivo da sola da molti anni e alle spalle ho una storia profondamente segnata da responsabilità che, al contrario, ho dovuto affrontare anche da molto giovane.. Parla invece di quell'impulso quasi incontrollato che si prova di fronte a situazioni difficili da gestire ...!

Progetti per il futuro? Si sente di dare un consiglio ai tanti giovani che cercano fortuna in questo non facile campo?
R - Non solo è difficile riuscire a fare musica ma è difficile anche riuscire a farla in questo periodo che per noi musicisti è davvero una prova di forza. Il titolo del mio disco “stranissimo vaggio” è proprio ispirato a questa condizione!!!! non mi sento di dare consigli a nessuno, ognuno deve seguire il suo percorso ... solo una cosa, per esperienza: non scendete mai a compromessi ma fate sempre e solo quello che piace a voi.

(di Alessandro Gulizia - del 2010-11-10) articolo visto 3942 volte
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