NON SOLO “TRE PAROLE”. VALERIA ROSSI PARLA DEL SUO NUOVO PRESENTE LAVORATIVO
Dopo il “tormentone” estivo del 2001, nuove strade per la cantante di Tripoli
Valeria Rossi, nata a Tripoli nel '73 (ma cresciuta a Roma), salì alla ribalta nel 2001 con la bellissima canzone "Tre parole" (scartata da Sanremo!), uno dei pezzi più orecchiabili e canticchiati di tutti i tempi, almeno in Italia. Dopo questo strepitoso successo la sua carriera prenderà altre strade, intraprendendo la carriera di autrice per altri cantanti.
Quest'anno ha partecipato come autrice al Festival di Sanremo, avendo scritto il brano Dove non ci sono ore interpretato dalla quindicenne Jessica Brando. La canzone ha raggiunto la finale della categoria Nuova Generazione.
Valeria Rossi si è gentilmente concessa ai nostri microfoni, ed è con grande piacere che riportiamo le sue parole (ben più di...tre) sulle colonne del nostro giornale.
Come ha iniziato a diventare una cantante professionista?
R - Ho studiato musica per anni in quasi tutte le Accademie musicali di Roma. Poi un discografico, Enrico Romano (che ai tempi lavorava per la Sony), mi ha offerto un contratto come autrice e compositrice, nel 97: gli piacevano molto i miei brani e il mio modo di scrivere, musica e testi. Poi nel 2001 i discografici (della BMG) hanno capito che avevo un ottimo potenziale anche come interprete delle mie canzoni e mi hanno prodotto con "Tre Parole" che come sapete è andata decisamente bene. Ma nessuna carriera nasce per caso.
Dopo "sole, cuore e amore" la sua carriera di cantante ha scelto altre strade: come mai?
R - Sono una persona (e quindi una cantautrice) originale, nel senso che tutto il mio iter musicale è stato e tuttora è imprevedibile e fuori dal comune. Sono arrivata al successo nel 2001, con la canzone “Tre Parole”, ma poi ho scelto luci minori e una strada di tutta sostanza, basata sulla ricerca musicale (mi sono laureata in antropologia culturale e ho seguito infiniti corsi di tecnica e
sperimentazione vocale svolti in tutto il mondo).
Poi, appena ho voluto riaffacciarmi al grande pubblico l'ho fatto dando il mio brano "Dove non ci sono ore" per Sanremo a una giovanissima, Jessica Brando, con grandi risultati. Ora seguo molti giovani talenti come autrice ma anche come vocal coach, estendendo loro la mia esperienza e preparazione tecnica. Scelgo sempre "altre strade" e sempre le seguirò: sono "strade alternative" perché lontane dai conformismi e sempre percorsi di qualità e sostanza.
Quali sono i suoi cantanti preferiti?
R - Per "deformazione professionale" sono molto legata ai grandi cantautori, italiani e internazionali: il primo straordinario Bennato, Fossati, De Gregori, Dalla. Ma anche grandi personaggi di carattere assoluto, Sheryl Crow, David Bowie, Billie Holiday.
Quali sono i suoi hobby?
R - Non ho hobby. Tutto quello che faccio lo faccio con estrema serietà e professionalità, e proprio questo mi gratifica e mi soddisfa. Comunque quando il tempo me lo permette amo molto girare i luoghi, conoscere le persone, apprezzarne l'intelligenza, nutrimento fondamentale per me. Mi piacciono molto anche i "corsi inutili", quei corsi di, tipo, 2 ore alla settimana che danno un'infarinatura vaga su cose totalmente futili. E anche andare alla ricerca di buona cucina casalinga.
I progetti per il futuro?
R - I miei progetti sono sempre legati alla musica in tutte le sue sfaccettature, il patrimonio di tecniche ed esperienze per affrontare un palco lo sto mettendo a servizio anche di chi vuole tentare questa strada in modo serio e professionale. E poi, c'è la scrittura di canzoni anche per altri artisti, ci sono molti bravi interpreti e la richiesta di canzoni belle è sempre alta.
Il sogno nel cassetto?
R - Un duetto con il più grande cantante italiano (e forse del mondo): Andrea Bocelli. Magari su un pezzo scritto insieme a Pierpaolo Guerrini, con il quale sto già felicemente collaborando, compositore dei pezzi più belli di Andrea.
Cosa le piace e cosa odia dell'Italia?
R - Amo la gente, la comunicativa, l'affabilità, l'accoglienza. Non mi piace l'approssimazione, il qualunquismo e la diffidenza preclusiva.
[Si ringrazia Michelle Louise Peck per le foto di Valeria] (di Alberto Sigona - del 2010-12-03)
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