Lavoro

Cobas e studenti scioperano contro la “Buona Scuola” di Renzi

ROMA – Il 12 maggio la Scuola scenderà in piazza per esprimere il rifiuto verso i quiz Invalsi e dare continuità alla campagna di resistenza contro l’applicazione della Legge 107 (la cosiddetta “Buona scuola” di Matteo Renzi), i cui obiettivi sono chiari: «Creare una scuola gerarchizzata guidata da presidi-padroni e docenti ridotti a “tuttofare” – si legge in una nota dei Cobas – Gli indovinelli Invalsi saranno lo strumento di valutazione di docenti, studenti e scuole. Ai loro risultati saranno legati i finanziamenti che accentueranno la disparità tra i diversi istituti. Per questo è opportuno opporsi ai nefandi quiz attraverso un’azione congiunta dei docenti, degli studenti e dei genitori».

I Cobas, che hanno convocato lo sciopero insieme a Gilda e Unicobas, si oppongono «alla scelleratezza del premio per il “merito”, alla chiamata diretta dei dirigenti, all’alternanza scuola lavoro di 200 ore nei Licei e di 400 nei Tecnico-professionali, al trattamento riservato agli Ata e ai neo-assunti nell’organico funzionale e al disumano accordo sulla Mobilità che colpisce in particolare gli insegnanti di “fase C”».

Lo sciopero ha lo scopo di ribadire la richiesta di un aumento salariale per docenti e Ata, rivendicare l’assunzione di tutti i precari, abilitati o con 360 giorni di docenza, l’aumento del numero dei collaboratori scolastici, degli assistenti amministrativi e tecnici e lo sblocco immediato delle immissioni in ruolo per tutti i profili Ata.

«È necessario, però – dicono i Cobas – prendere atto che Cgil, Cisl, Uil e Snals, dopo aver rifiutato ogni proposta di mobilitazione unitaria e avendo firmato un pessimo accordo sulla Mobilità, hanno respinto il nostro invito a scioperare insieme il 12 maggio, ancora una volta compiendo scelte che hanno lo scopo di dividere i lavoratori».

Sul fronte referendario, intanto, continua la raccolta firme per cancellare i peggiori provvedimenti della 107 insieme ai quesiti contro gli inceneritori, le trivelle petrolifere nonché una Petizione in difesa dell’acqua pubblica.

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Redazione L'Opinionista

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