Per alcuni detti popolari é un giorno nefasto, per altri propizio. Significato, origini e tradizioni dell’anno bisestile
Oggi è il 29 febbraio, il giorno in più. Ma vi siete mai chiesti il perchè dell’anno bisestile e quale significato racchiuda questa data così particolare?
Alla base di tutto c’è una spiegazione scientifica. Per completare un giro completo attorno al Soli, la Terra impiega esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Nel calendario, però, la durata di un anno è stata approssimata a 365 giorni. Il giorno in più fu inserito negli anni bisestili per compensare il disavanzo annuale ed evitare che nell’arco di un secolo il calendario civile risultasse sfasato di ben 24 giorni.
Ad adottare per primo una soluzione in tal senso fu nel 46 dopo Cristo Giulio Cesare, il quale, seguendo le indicazioni dell’astronomo Alessandrino Sosigene, introdusse nel calendario un giorno in più ogni quattro anni subito dopo il 23 febbraio; poichè in latino quet’ultimo era il ”sexto die ante Calendas Martias” (il sesto giorno prima delle Calende di Marzo), il giorno in più diventò il ”bis sexto die”, da cui deriva la denominazione ”bisestile”.
“Anno bisesto, anno funesto”, recita un proverbia. Ma é davvero così? A spargere la voce che gli anni irregolari fossero forieri di sventura ci pensarono i Romani, per i quali febbraio era il Mensis Feralis, il mese dei morti, dedicato ai riti per i defunti e alle cerimonie di purificazione. A febbraio si celebravano le Terminalia, dedicate a Termine, dio che proteggeva i confini e le Equirie, corse di carri trainate da cavalli che, aprendo la stagione primaverile, rappresentavano contemporaneamente la fine di un periodo, di un ciclo. A rincarare la dose fu nel 1400 Michele Savonarola, nonno del più famoso Gerolamo, il quale affermò che gli anni bisestili erano nefasti per greggi e vegetazioni e portatori di epidemie e grande tragedie. Altrii detti popolari recitano ”anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso’‘, ‘‘anno bisesto tutte le cose van di traverso’‘ e via dicendo. D’altronde, spesso le cose “diverse”, fuori dagli schemi fanno paura e sono percepite come ostili. E in effetti, questo significato negativo attribuito all’anno è supportato dalla statistica: erano bisestili gli anni del terremoto di Messina (1908), del sisma che colpì il Belice (1968) e di quello che fece temare la terra in Friuli (1976) e dello tsunami nell’Oceano Indiano (2004). E nel 2020 si é popagata l’epidemia di Coronavirus partita dalla Cina.
Ci sono, però, anche tradizioni popolari che vedono gli anni bisestili come favorevoli al cambiamento. In Irlanda si riteneva che il 29 febbraio fosse particolarmente propizio per dichiarare il proprio amore a un uomo. Chi rifiutava era costretto a pagare all’aspirante sposina dodici paia di guanti, per nascondere l’assenza dell’ambito anello tra le dita. Nei Paesi anglosassoni è visto come in giorno favorevole a chi voglia cimentarsi in nuove imprese.
Alla fine il 29 febbraio, succeda quel che succeda, passerà esattamente come tutti gli altri giorni.