4 maggio 1949 – 4 maggio 2018: omaggio al Grande Torino

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Grande Torino 1942-43

“Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”

TORINO – Oggi ricorre il sessantanovesimo anniversario di uno dei giorni più tristi della storia del calcio. Alle ore 17.03 del 4 maggio 1949, infatti, l’aereo con a bordo l’intera squadra del Grande Torino si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, sulle colline torinesi, in quel momento avvolta da una fitta nebbia. Il velivolo stava rientrando da Lisbona, dove i Granata avevano disputato una partita amichevole contro il Benfica, organizzata per aiutare il capitano lusitano, Francesco Ferreira, in difficoltà economiche.

Le cause che portarono alla tragedia non sono mai state accertate. Nel corso degli anni si è parlato di maltempo, di un errore del pilota e anche di un possibile guasto all’altimetro dell’aereo. Di certo c’è soltanto che nell’occasione persero la vita trentun giocatori: Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri.

Morirono anche tre giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore, fondatore di Tuttosport, Renato Tosatti della Gazzetta del Popolo e Luigi Cavallero della Stampa ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi. Di quella squadra si salvarono soltano tre giocatori che per vari motivi non avevano partecipato alla trasferta portoghese: il secondo portiere Renato Gandolfi che aveva ceduto il posto a Dino Ballarin, Sauro Tomà infortunato al menisco e Luigi Gandolfi, un giovane del vivaio granata.

Una squadra invincibile e forse immortale

Finì così in un lampo la storia del Grande Torino. Una squadra capace di vincere cinque scudetti di fila e una Coppa Italia e di vantare dieci giocatori su undici nella Nazionale Italiana. Mancando ormai poche giornate al termine del campionato fu proclamata a tavolino vincitrice del torneo, con gli gli avversari di turno che, nelle restanti partite, per essere alla pari, schierarono le formazioni giovanili.

Ma forse non è giusto parlare di “fine”, perchè come scrisse il grande Indro Montanelli sul Corriere della sera del 7 maggio 1949: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”.

Foto storica del Grande Torino 1942-43 fonte sito ufficiale Torino FC