“E’ anche il caso, in occasione di questa ricorrenza, ricordare le tante cose che restano ancora da fare a proposito del rischio sismico. I geologi, in occasione del congresso nazionale che si tenuto solo qualche giorno fa, per rispondere alle esigenze del territorio – ha proseguito Peduto – e del Paese fisico, hanno presentato un progetto che è insieme una sfida e una proposta che sarà consegnata al governo e al parlamento, “La Carta per l’Italia”, che contiene anche un documento specifico sul tema del rischio sismico, con analisi delle criticità e le azioni necessarie per superarle. C’è ancora molto da fare, in particolare, a livello normativo. Abbiamo un Dipartimento di Protezione Civile Nazionale all’avanguardia, ma la protezione civile a livello locale presenta tante falle. Piani di protezione civili spesso solo virtuali, e poi non è più sopportabile che, noi abbiamo ancora vittime in percentuali variabili tra il 20% e il 50% per condotte errate in occasione di eventi sismici. Non capisco perché in Giappone quando avviene un terremoto tutti sanno esattamente cosa fare e noi non possiamo insegnare agli italiani, magari a partire dalle scuole, il comportamento corretto. E un riordino normativo dovrebbe prevedere anche “la certificazione sismica degli edifici” e l’adozione del “fascicolo del fabbricato”, che i geologi chiedono da anni, l’unico strumento che ci consentirebbe di conoscere il reale stato di salute degli edifici, a partire da quel grandissimo patrimonio edilizio storico che l’Italia si ritrova e che dovrebbe imparare a preservare meglio”.
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