“Come tutto l’album, è stato scritto abbracciando la solitudine, una condizione che, secondo il mio punto di vista, può dare molto a ogni individuo”
Dal 2 luglio è disponibile in rotazione radiofonica “Aeroplano” (Duemme musica), il nuovo singolo di Giancarlo Pizzi. Aeroplano è un brano nato dall’esigenza di comunicare che, arrivati a un certo punto della vita, si sente la necessità di circondarsi di persone sincere e amici veri, gli unici autentici passeggeri da portare a bordo, appunto, dell’aeroplano. Come in qualsiasi grande viaggio, in questo caso la vita, ci lasciamo sempre qualcosa o qualcuno alle spalle ed è giusto che esso rimanga nel passato.
Giancarlo Pizzi ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Aeroplano” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Aeroplano in senso metaforico rappresenta la vita. Proprio usando uno dei più affascinanti mezzi di trasporto che provo a comunicare la volontà di volare quotidianamente, in compagnia di autentici passeggeri.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Vorrei innanzitutto trasmettere la positività con la quale ho composto e poi successivamente registrato questo brano e tutto l’album. Per l’ascoltatore spero sia un vero e proprio viaggio, un viaggio con le ovvie turbolenze del passato ma con solide prospettive future all’orizzonte. La musica è un ottimo strumento di connessione tra le persone che stabilisce , in un certo senso , un rapporto intimo tra l’artista e l’ascoltatore. Quando questo avviene è da considerare il lavoro ben riuscito.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Non mi aspetto nulla poichè non faccio musica per qualcosa ma per qualcuno. Bisogna accettare tutto quello che arriva , anche l’accettazione dell’essere giudicati e purtroppo non solamente scelti o non scelti.
Come nasce il tuo progetto musicale?
Il mio progetto musicale è nato nel 2017 in una condizione di totale solitudine, riuscendo a capire che in questo modo si può guardare realmente in profondità e mettersi a nudo di fronte a se stessi. Ho successivamente finalizzato le mie idee registrando la parte ritmica in Nuova Zelanda insieme a Michael Barker e poi terminare le registrazioni in Italia. I brani sono nati dall’esigenza di scrivere e comunicare qualcosa senza dare mai troppo peso alla natura di questa esigenza stessa, lasciando piena libertà all’istinto. Durante tutto il percorso ho fortunatamente incontrato dei musicisti fantastici ,ottimi professionisti. La condivisione è stata un’occasione di crescita per tutti.