“È un modo originale per raccontare quel periodo carico di emozioni e aspettative che ogni genitore ha vissuto prima di poter abbracciare per la prima volta il proprio/a figlio/a. La vita prima della vita, una boccata d’aria fresca”
Da venerdì 5 novembre è in rotazione radiofonica “E Allora Tu“, il nuovo singolo della band emiliana Flexus, contenuto nell’album ‘Le Orchestre Non Suonano Più’, disponibile in formato fisico e distribuito su tutte le piattaforme digitali. “E Allora Tu” si apre a colpi di tuba, trombe e bombardino della Banda Bignardi di Monzuno, portando il cantautorato dei Flexus a sondare nuovi territori sonori divisi tra ritmi balcanici e ska. Il videoclip che accompagna l’uscita si muove su una suggestiva atmosfera felliniana, girato su uno scuolabus in viaggio tra i colli bolognesi di Monzuno e Borgo Colle Ameno di Sasso Marconi, in un contesto giocoso, quasi fiabesco, allegro e variopinto.
I Flexus ci hanno gentilmente concesso un’intervista.
“E Allora Tu” è il vostro nuovo singolo in promozione, di cosa parla?
“E Allora Tu” è una canzone che racconta la vita prima della vita, essendo dedicata ad una bambina che deve ancora nascere. Volevamo inserire alcune suggestioni musicali e visive, evitando certi stereotipi che l’argomento poteva indurre. Ne è nata questa polka elettrificata a metà tra la musica d’autore e Fellini.
Cosa volete trasmettere con questo brano?
Dopo tanti mesi nei quali siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa, questo brano per noi è stato un toccasana, una boccata d’ossigeno. Nel videoclip abbiamo giocato tanto sui colori degli abiti, la fotografia del video è incentrata sui paesaggi che ci hanno ospitato negli splendidi ed accoglienti colli bolognesi, lungo la via degli Dei.
Il singolo è contenuto nell’album “Le Orchestre Non Suonano Più”, come si compone il vostro lavoro nella sua interezza?
Chi scrive una canzone non ha grossi meriti, se non quello di riuscire a cogliere qualcosa che altri non sono riusciti. E’ un po’ come se certe idee, anche quelle di una semplice canzone esistessero già da qualche parte, in qualche dimensione misteriosa. E’ assolutamente magica l’alchimia per cui un testo sposa una linea melodica, un’atmosfera musicale, un giro di accordi. A volte puoi provare mille soluzioni diverse ma ti accorgi indistintamente quando trovi quell’incastro giusto, quel punto d’incontro indiscutibile tra testo e musica. Non c’è una spiegazione logica, moltissime altre parole sarebbero potute andare tecnicamente bene, ma senti che quella è vera, credibile. Quando ci troviamo in sala prove per lavorare su brani inediti, può capitare che arrivi una canzone già viva, compiuta, che non ha bisogno di particolari ripensamenti, ma spesso per arrivare alla conclusione di un brano ci sono processi lenti e faticosi, con continui confronti e tentativi.
Quando e come nasce la vostra band?
La nostra è una lunga storia iniziata nel 2001 e proprio il 1 dicembre di quest’anno i Flexus raggiungeranno 20 anni di carriera. Ci siamo conosciuti sui banchi delle scuole superiori, come tante band che hanno fatto parte della storia del Rock. Come tutti i gruppi abbiamo iniziato ad esibirci nei vari pub e birrerie locali, mischiando canzoni nostre a cover completamente riarrangiate. Nel corso del tempo abbiamo trovato la nostra strada nel circuito teatrale, che ad oggi è il nostro habitat naturale, grazie alla cura delle luci e dell’audio e ad una predisposizione all’ascolto da parte del pubblico.