Dall’ingestione di TV e solitudine, Radiatori è il monologo di amanti in crisi, rivolto a controparti così evanescenti che quasi potrebbero non essere mai esistite. L’arrivo dell’inaspettato, dell’insolito, anche del violento, è confinato allo schermo retroilluminato
Fuori da giovedì 13 gennaio il nuovo singolo dei Granelli dal titolo Radiatori. Il brano, che si caratterizza per le sue sonorità a metà tra il cantautorato pop e l’indie-rock, è stato scritto in Inghilterra, in un monolocale con classica moquette grigia, e il titolo prende il nome dall’unico oggetto sull’orizzonte visivo nelle notti invernali: un radiatore bianco con sticker di pericolo incendio.
I Granelli ci hanno gentilmente concesso un’intervista.
“Radiatori” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?
“Radiatori” è un monologo pronunciato in un momento di difficile comunicazione. Il destinatario delle parole è muto, o forse inanimato, come un videotape. In fondo siamo tutti noi, quando non vogliamo assecondare il dialogo. In contrapposizione, lo sfondo è un movimento frenetico sullo schermo, che rappresenta l’emotività di chi parla, che fatica a trovare un appiglio. Potevamo scegliere di tornare con un brano più allegro ma abbiamo puntato sull’atmosfera (Ridono n.d.r).
Cosa volete trasmettere con questo brano?
Vogliamo che l’ascoltatore si faccia guidare dal flusso di coscienza e accetti con pace dei sensi di non avere una destinazione certa.
Che tipo di accoglienza vi aspettate?
Non ci aspettiamo niente di definito, solo che alcune persone trovino punti di contatto tra il nostro mondo e quello della loro quotidianità. I “Radiatori” sono oggetti privi di qualunque poesia, eppure tengono al caldo. Nel nostro brano, richiamano un punto di riferimento nello spazio, un luogo, un appartamento, che assume significati emotivi inaspettati. Ognuno può vederci quello che vuole, o guardare con occhi diversi ciò che sta intorno.
Come nasce il vostro progetto musicale?
Il progetto nasce nel 2017, quando Giorgio incontra Mauro Ghilardini (vocal coach e compositore). Le bozze di canzone che aveva scritto all’epoca non avevano ancora il coraggio di “aprire” i ritornelli, di sfidare melodicamente un excursus vocale più complesso, o abbracciare un linguaggio più pop italiano. Grazie a questa prima collaborazione si sono avute le prime evoluzioni. Gli incontri con Davide (chitarrista della band) e Luca Balduzzi (produttore e tastierista di tutto il nostro repertorio) hanno dato il là alla prima pubblicazione, il singolo (anti)natalizio “Anchesenoncisei tu”. Da lì non ci siamo mai veramente fermati, se non per le cause di forza maggiore che tutti conosciamo.