“Fermo qui è un’istantanea scelta per rappresentare un periodo delle nostre vite, dove tutto continua a scorrere, a mutare velocemente, mentre noi siamo come impassibili a tutto ciò che accade, anestetizzati”
“Fermo qui” è il singolo di debutto di Boison, nome dietro il quale si cela il cantautore romano Ivan Boison, fuori il 18 marzo 2022 per The Prisoner Records in distribuzione The Orchard. Boison si presenta con un brano cupo e intimo, si racconta da subito e ci presenta, sotto forma di un rock che sintetizza suoni elettronici e acustici, una fotografia emotiva figlia del nostro tempo: la sensazione di stallo in un’epoca veloce e allo stesso tempo anestetica, che ti lascia la sensazione di vivere in un lunghissimo istante sempre uguale a sé stesso.
Boison ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Fermo qui” è il tuo singolo di debutto, di che cosa si tratta?
Questo singolo rappresenta l’inizio di un percorso. Non parlo solo del progetto musicale, ma di qualcosa di più ampio. Scrivere “Fermo qui”, fermare spaccati di vita, sensazioni, emozioni, paure e speranze, condensare tutto questo dentro una canzone, è il mio modo di parlare apertamente con me stesso. È l’unico modo in cui riesco ad essere totalmente sincero con la mia persona. Ed è anche la via che sento più naturale per aprirmi verso l’esterno. In tal senso, questo brano vuole rappresentare l’inizio di un nuovo modo di affrontare le cose.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
L’intento è stato quello di portarvi a fare un giro nel mio mondo. Questo brano rappresenta la fotografia di un periodo per me paradossale. Mi sentivo imprigionato in questo limbo dove, se da un lato tutto era terribilmente fermo, statico, immobile, dall’altro tutto attorno a me continuava a correre e a mutare con un ritmo frenetico, a quale è difficile stare dietro. E tutto ciò crea una situazione alienante, che finisce per annichilirti. Questa canzone vuole essere una presa di coscienza, un primo passo per provare ad uscire da un modo passivo di vivere le cose, provando a riprendere un po’ in mano il filo del discorso.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Sono molto affezionato a questo brano. Come avrete potuto capire, è un brano per me molto intimo. Più che delle vere e proprie aspettative ho tanta curiosità. “Fermo qui” racconta di me, di una mia reazione interiore al periodo attuale. Eppure sono sicuro che queste sensazioni che ho provato a descrivere, possano appartenere un po’ a tutti, chi più chi meno. Questo perché parla di un momento storico che stiamo tutti vivendo. Sono dunque curioso di vedere se questa canzone può aiutare ad esorcizzare i demoni che ognuno di noi ha. La mia speranza è che possa essere un piccolo contributo affinché chiunque la senta possa sentirsi un po’ meno solo. Almeno per quei poco più di tre minuti.
Come nasce il tuo progetto musicale?
Il progetto Boison nasce nel 2020 dall’incontro tra me, Ivan Boison, e Nicola Cursio. Ci siamo conosciuti al “Saint Louis College of Music” di Roma, dove abbiamo entrambi studiato per il corso di laurea di “Sound Engineering”. È tutto partito da alcune idee di brani che avevo in mente. Quando le feci sentire a Nicola erano ancora in uno stato embrionale. Ricordo che gliele suonai chitarra e voce la primissima volta. Gli piacquero molto fin da subito, così decidemmo di lavorarci insieme, sviluppando quelle idee fino a farle diventare dei brani veri e propri. C’è poi stato l’incontro con Michele Bitossi di “The Prisoner Records” e Ivan Antonio Rossi, che si occupa della produzione artistica. Hanno creduto fortemente in questo progetto e sono stati fondamentali per portarlo ad un livello superiore. Ed eccoci qui.