“Mine”, Bianca: “Uno dei pochi brani che ho scritto tutto in una volta”

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“Mine rivendica ciò che mi appartiene: il mio corpo la mia libertà di pensiero la mia libertà di sentire. Parla di rispetto per sé stessi, ma soprattutto è una richiesta di rispetto per le giovani donne come me”

bianca venturaIn radio e disponibile in tutti gli store digitali “Mine”, il primo singolo della giovanissima cantautrice milanese Bianca Ventura, una ballad pop-dance in lingua inglese che l’artista ha scritto ed arrangiato insieme al padre Paolo Gallarati nel novembre del 2019, all’età di 15 anni. La canzone, prodotta dal noto hitmaker Nicolò Fragile (Mina, Eros Ramazzotti…) è stata registrata in studio nell’estate del 2020 e rappresenta una dichiarazione di consapevolezza di Bianca nei confronti di ciò che le appartiene.

Il videoclip, realizzato nell’ottobre del 2021 per la regia di Lara Vai e Marco Rigamonti, è già disponibile sul canale YouTube dell’artista.

Bianca ci ha gentilmente concesso un’intervista.

Ciao Bianca, “Mine” è il tuo primo singolo, di che cosa si tratta?

Mine è un singolo nato nel novembre del 2019. Si tratta di uno dei pochi brani che ho scritto tutto in una volta. Dopo averlo fatto ascoltare a mio padre, nel giro di una settimana lo abbiamo registrato. Rappresenta la consapevolezza di tutto ciò che mi appartiene, dai sentimenti alla mia libertà di scelta. L’invidia è molto comune nella società di oggi in cui non si è mai soddisfatti di ciò che si ha e si vorrebbero sempre avere le cose degli altri, che non ci appartengono. Si oltrepassano i limiti degli altri e si tenta di appropriarsi di quello che ci piace di loro, senza chiedere il permesso. Con ‘Mine’, questi limiti li reclamo: il mio corpo, le mie emozioni, e la mia libertà di fare le mie scelte.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Con ‘Mine’ voglio trasmettere che è possibile, anzi necessario, porre dei limiti e proteggere le cose che ci appartengono. Questo vale per tutti e in particolare per le giovani donne: il corpo è vostro e con esso le scelte che lo riguardano. Bisogna proteggere quello che ci appartiene.

C’è anche un videoclip, come si caratterizza?

Mi trovo in una stanza completamente bianca in cui si trovano dei cubi bianchi. Nel corso del video, raccolgo i cubi e li uso per costruire una piramide che rappresenta tutto ciò che è ‘mio’ e che caratterizza la mia persona. Dopo essere salita in cima alla piramide mi ritrovo intrappolata dalle catene di coloro che vogliono appropriarsi di quello che ho costruito con fatica. Io mi libero dalle catene e reclamo fieramente rispetto: nessuno prende ciò che è mio. Il video è diretto da Lara Vai e Marco Rigamonti ed è stato registrato presso gli studi di Marco Carlos Cordaro che ha realizzato il video. Progettarlo è stato davvero un’esperienza indimenticabile e molto faticosa, perché concretizzare quello che si ha in testa è davvero complicato. Hai in mente di girare un breve videoclip e ti rendi conto che in realtà girare tre minuti di video richiedono giorni di lavoro e progettazione.

Come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Sono cresciuta in una famiglia che ama la musica e ho avuto la fortuna di ascoltare fin da piccola brani di The Police, Bon Jovi, Whitney Houson, Alicia Keys, David Foster, nonché artisti italiani tra i quali Laura Pausini e Claudio Baglioni. Ho iniziato a prendere lezioni di canto alle elementari e a 11 anni ho composto il primo brano, arrangiato alla chitarra da mio padre. Il mio strumento di composizione principale è la voce anche se alcuni brani li ho composti anche al pianoforte. Nel 2020 ho inciso il mio primo Album, ancora oggi inedito e in uscita a maggio.