ROMA – “Lo sciopero del 30 maggio della scuola, indetto da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS e GILDA, è una buona occasione per respingere al mittente provvedimenti che un governo arrogante intende calare su un mondo che da oltre 20 anni ha subito solo tagli e riforme sciagurate. Questo governo aumenta le spese militari e taglia di nuovo sulla scuola e la sanità, distribuisce enormi risorse alle grandi imprese ma non rilancia il pubblico. Invece di approfittare del calo demografico per mettere finalmente mano alle “classi pollaio”, lo si usa per tagliare ancora una volta le risorse, che collocano la Scuola italiana agli ultimi posti in Europa per spesa rispetto al PIL. Il taglio comporterebbe una riduzione di circa 11.000 posti di lavoro”.
Lo affermano Maurizio Acerbo (foto), segretario nazionale, e Loredana Fraleone, responsabile nazionale scuola di Rifondazione Comunista, aggiungendo: “Tra i provvedimenti del governo si introduce un concorso della durata di “tre” anni con esami alla fine di ogni anno e un “premio” finale una tantum solo per il 40% dei concorrenti. Si addebitano i costi del percorso di selezione e assunzione ai precari, per la prima volta nella storia, come non fossero una risorsa necessaria al funzionamento quotidiano delle scuole. Si snobbano le richieste salariali di una categoria che ha il livello retributivo più basso di tutto il Pubblico Impiego a parità di livello, con un contratto scaduto da 4 anni, in assenza di un recupero degli scatti di anzianità persi dal 2013”.
Questo sciopero, concludono Acerbo e Fraleone, “potrebbe essere l’inizio di un conflitto più ampio nei confronti di un governo sempre meno apprezzato per le sue politiche antipopolari e guerrafondaie, delle quali sono complici e responsabili centrodestra e centrosinistra. Rifondazione Comunista sarà in piazza con i lavoratori e le lavoratrici della Scuola, per sostenerne le rivendicazioni, legate alla centralità e al rilancio dell’istruzione in questo paese, per il diritto allo studio e il futuro delle nuove generazioni”.