“L’estate di Achille è un racconto che ci invita a rivedere le nostre priorità, che scalfisce i nostri punti fermi e li rivoluziona”
È disponibile in libreria e negli store digitali “L’estate di Achille”, il nuovo romanzo del cantautore e autore, Davide Buzzi, pubblicato da Morellini Editore. Si tratta di un romanzo di genere spoof, una specie di autobiografia inventata, sulla vita di un cantautore attivo in Italia fra il 1968 e il 1974. Attraverso la narrazione della vita di questo personaggio si vuole anche raccontare un piccolo spicchio della storia musicale di quegli anni, senza comunque darne dei giudizi o trarne delle conclusioni. La storia è completamente inventata e non ha alcun fondamento storico, seppure i nomi di alcuni personaggi e le loro attività all’epoca dei fatti raccontati sono reali. In ogni caso, “questo libro è un’opera di fantasia. I luoghi dove si svolgono i racconti, seppure non riprodotti fedelmente, sono reali, mentre i personaggi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti e persone, vive o defunte, è puramente casuale”.
Davide Buzzi ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“L’estate di Achille” è il tuo nuovo romanzo, di che cosa si tratta?
“L’estate di Achille” è in primo luogo un romanzo “spoofing”, un genere piuttosto conosciuto negli USA, un po’ meno da noi. Si tratta di un racconto creato con l’intento di ingannare la mente del lettore, portandolo a credere che la storia raccontata si fondi su fatti in qualche modo reali. In poche parole, lo “spoof” è né più ne meno una fake-news dichiarata, costruita in modo tale da creare confusione nel lettore, fino a fargli credere che quanto raccontato sia parte della realtà. “L’estate di Achille” è però anche un racconto che vuole invitarci a rivedere le nostre priorità, che scalfisce i nostri punti fermi e li rivoluziona. Il personaggio di Seth ci sbatte in faccia la crudeltà del male di vivere che colpisce certe persone, spesso particolarmente sensibili e, proprio per questo, fragili. “L’estate di Achille”è inoltre una sorta di giallo storico che porta l’Io narrante a indagare sulla scomparsa, avvenuta verso la metà degli anni 70, di un cantante quasi famoso.
Cosa vuoi trasmettere con questa fatica letteraria?
In primo luogo il rispetto per il “diverso”. L’accettazione del fatto che ci siano persone che, per scelta o per destino, hanno dovuto scegliere di vivere in un modo alternativo, spesso complesso e completamente esente da paracaute. Una tragica realtà del nostro presente, che sarebbe bello poter migliorare con il tempo. Si tratta comunque di una storia che vuole in primo luogo divertire il lettore,approfittandone anche per raccontare un piccolo scorcio della storia musicale degli anni 70, senza comunque darne dei giudizi o trarne delle conclusioni.
Come coniughi l’attività letteraria con quella musicale?
Lavoro molto, soprattutto di notte quando tutto è quieto e l’aria pregna di freschezza. Scrivo i miei racconti e le mie canzoni in modo quasi automatico e spesso, da un progetto che in un primo tempo prevedevo dovesse svolgersi in un certo modo,ne nascono altri più o meno articolati. Non a caso a volte delle canzoni diventano racconti lunghi e la bozza di un romanzo si trasforma in una canzone. È una situazione divertente, anche se a volte sconcertante pure per me. Con i concerti ho rallentato molto, anche a seguito di un problema di salute che da anni mi assilla. Quindi il tempo per scrivere non mi manca.
Come nasce la tua vocazione artistica?
Il fatto è che sono nato così “storto”. Già da piccolo avevo questo estro e non passava giorno senza che, più o meno inconsapevolmente, lo esponessi. Ma sono cresciuto in un paesino di valle, dove certe cose non erano facili da comprendere e quindi, proprio per questo ero visto come un bimbo un po’ “storto”, che amava vivere nella fantasia. Poi crescendo le cose si sono appianate. In trent’anni di carriera con le mie canzoni ho pubblicato cinque dischi, percorso l’Europa in ogni senso e ho raggiunto persino gli USA. Nel contempo ho pubblicato pure un libro di racconti e due romanzi. Non male, direi, per un bimbo che viveva nella fantasia.