Dopo essere stato presentato in concorso all’ultima Berlinale e, in anteprima italiana, al Biografilm, “Rimini” sarà proiettato in anteprima domenica 14 agosto all’Arena Cooperativa di Ferrara, il 16 agosto all’Arena del Carmine di Lugo (RA) e il 20 agosto all’Arena Estiva di Riccione (RN).
L’elenco delle arene è consultabile qui: wantedcinema.eu/movies/rimini/.
“Rimini” è un film pungente, un ritratto spietato del mondo in cui viviamo ma sensibile alla caducità dell’esistenza. Un grande affresco d’autore, in bilico tra sordido ed epico.
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Il protagonista Richie Bravo (Michael Thomas), ex stella della musica tradizionale austriaca, è un attempato cantante che vive in una villa un tempo sontuosa e si esibisce per pochi soldi in tristi alberghetti di Rimini, accogliendo annoiate comitive di anziani, e arrotonda come gigolò per alcune spettatrici solitarie, spendendo le residue energie erotiche. In occasione del funerale della madre, rincontra il padre (Hans-Michael Rehberg), affetto da demenza senile, che si trova in una casa di riposo in Austria, e il fratello minore Ewald (Georg Friedrich). Ma la sorpresa arriverà con la comparsa di una ragazza, a sottolineare ancora una volta come tutti gli uomini sono prigionieri del loro passato.
Seidl ha costruito il personaggio di Richie Bravo addosso a Michael Thomas, alla sua capacità vocale e alla sua fisicità. Il regista lo aveva visto, infatti, 17 anni fa in Ucraina mentre si esibiva con la sua band, ammaliando il pubblico mentre cantava “My Way” di Frank Sinatra.
Anche per questo film, che segna il suo ritorno alla narrativa dopo due documentari, Ulrich Seidl ha lavorato con la sua fedele squadra. Con Veronika Franz, con la quale scrive le sceneggiature da 25 anni a partire da “Dog Days”, con il cameraman Wolfgang Thaler, che è il suo partner ideale perchè utilizza il minor numero possibile di attrezzature per l’illuminazione e per la macchina da presa per essere pronto in ogni momento a cambiare il programma delle riprese, con Andreas Donhauser e Renate Martin, responsabili del design della produzione, che ben sanno soddisfare il suo gusto estetico.
La spiaggia romagnola coperta di neve, i paesaggi nebbiosi, gli alberghi decadenti di questo “Rimini” ispirano a Ulrich Seidl nuove derive esistenziali dove squallore e lusso, rimpianto e egocentrismo, sono due facce di una stessa medaglia.
Il film ha ottenuto 4 stelle su 5 dal The Guardian, attualmente ha una valutazione di 7.1 su IMDB, ed è stato definito da Spiegel Online (principale sito tedesco di informazione) “Un ritratto multigenerazionale magistralmente nichilista di una società abbandonata da una madre, proprio prima di quella che il cinico francese Michel Houellebecq ha definito la sottomissione” e da Screendaily “Un ritratto esperto di degenerazione, ma invariabilmente con una svolta comica e probabilmente un pizzico di crudeltà, Seidl è Rimini”.
Se da una parte Richie Bravo cerca di far rivivere la sua fama passata in “Rimini” sulle coste adriatiche italiane, dall’altra suo fratello Ewald cercherà di costruirsi una nuova vita all’estero, in Romania, trama che sarà sviluppata in “Sparta”, il secondo film del dittico, già annunciato da Seidl.
Ulrich Seidl (Vienna, 1952) si è fatto conoscere come uno dei registi più controversi dell’attuale panorama cinematografico con “Canicola”, Gran premio della giuria a Venezia 2000, e poi con “Import/Export” e con la trilogia “Paradise” che comprende “Love”, “Faith” (Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia) e “Hope”.