Legambiente sull’Emergenza Alluvionale nelle Marche: “La prevenzione è l’unico strumento”

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Legambiente logoANCONA – Stando ai dati dell’Osservatorio Città Clima curato dall’associazione ambientalista, da gennaio a luglio 2022 si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Preoccupante anche il dato complessivo degli ultimi anni: dal 2010 a luglio 2022 nella Penisola si sono verificati 1318 eventi estremi, con impatti molto rilevanti in 710 comuni italiani. Specificatamente in merito alle alluvioni, da gennaio a settembre 2022 l’Italia è stata colpita, già da 62 alluvioni (inclusi allagamenti da piogge intense). Dal 2010 ad oggi, in tutta la nazione si sono registrate oltre 500 alluvioni (e allagamenti da piogge intense che hanno provocato danni) di cui 26 solo nella Regione Marche.

“Fino a pochi giorni fa facevamo i conti con i danni della siccità nei confronti di ambiente ed economia, oggi ci troviamo di fronte una tragedia umana che purtroppo è correlata con l’esposizione del territorio al cambiamento climatico – dichiara Marco Ciarulli, Presidente di Legambiente Marche – secondo l’ultimo studio dell’IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU, la nostra Regione, sarà una tra le più colpite economicamente a seguito del surriscaldamento globale, con fenomeni estremi sempre più frequenti e sempre più aggressivi. Basta con il negazionismo o la minimizzazione del rischio climatico, ne va della sicurezza dei territori, delle persone, e dell’economia e deve essere argomento centrale nelle agende politiche locali e nazionali”.

Il clima ovviamente non è l’unica causa di questa ennesima tragedia. Il rischio idrogeologico nel nostro Paese è noto, mappato e ci sono le conoscenze giuste per intervenire ma continua a non essere affrontato e gestito in maniera adeguata, anche in quelle aree in cui eventi analoghi si sono già verificati di recente come quella colpita nelle Marche.

“La fragilità del nostro territorio era già nota a tutti – prosegue Ciarulli – eventuali responsabilità dovranno essere analizzate ed accertate con accuratezza, anche se è evidente che fino ad oggi non si è intervenuto molto in nome della prevenzione. Dallo stop al consumo di suolo, al recupero della sua permeabilità, alla gestione sostenibile di fiumi e corsi d’acqua con strumenti di partecipazione come i contratti di fiume, che possono mettere al centro di tutto la prevenzione.”

Infine l’associazione ricorda che l’intensificarsi degli eventi estremi degli ultimi anni richiede anche un’attenzione straordinaria alla cultura di convivenza con il rischio per informare e formare i cittadini sui comportamenti da adottare in situazioni di emergenza, azione quest’ultima, che consente di evitare che disastri come questi si trasformino anche in tragedie umane.