Raffica di controlli nelle aziende friulane per arginare il fenomeno del sommerso e della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, multe ad attività agricole e commerciali
UDINE ‒ Il Nucleo Ispettorato Carabinieri del Lavoro di Udine, con la collaborazione dei militari delle Compagnie di Udine e Palmanova, sta compiendo controlli in numerose aziende friulane: la finalità dell’attività ispettiva è prevenire lo sfruttamento del lavoro, reprimere il lavoro sommerso e verificare il rispetto della normativa sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sono state rilevate gravi inadempienze in materia di sicurezza del lavoro, e la presenza di dipendenti in nero: alcune aziende della provincia di Udine sono state sospese e dovranno pagare sanzioni per 70mila euro.
Tra gli illeciti individuati dai carabinieri: l’omessa formazione dei lavoratori, l’omessa visita periodica di idoneità a lavoro, la mancata nomina del medico competente, la mancanza del documento di valutazione dei rischi, l’omessa manutenzione dei presidi antincendio e della dotazione di presidi di pronto soccorso, e la presenza di manodopera in nero.
Tra le attività sospese, un’azienda agricola e un esercizio commerciale. Una terza azienda, un’officina meccanica, non è stata sospesa ma sanzionata per un importo di 24500 euro per violazioni relative alla sicurezza dei dipendenti.
L’Italia è uno dei Pesi europei in cui il gap tra produttività e legalità è più forte. Il recente aumento degli infortuni sul lavoro ha portato a un’intensificazione dei controlli in molte zone della penisola.
Oggi in Italia le sanzioni per il lavoro ‘irregolare’ vanno da euro 1800 a 10800 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego fino a trenta giorni; da euro 3600 a 21600 in caso di impiego del lavoratore da trentuno a sessanta giorni; da euro 7200 a euro 43200 se il lavoro si protrae oltre i sessanta giorni.
Le sanzioni sono inoltre aumentate del 20% in caso di impiego di lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno, minori in età non lavorativa o percettori del Reddito di Cittadinanza.