MILANO – Da venerdì 26 febbraio arriva in tutte le radio “Badaboum”, il primo singolo degli Hooverphonic tratto dal nuovo album “In Wonderland”, in uscita il 18 marzo. Un brano funky interpretato dalla seducente cantante francese Emilie Satt (Madame Monsieur), carico di influenze soul, un genere con cui gli Hooverphonic non si erano mai cimentati.
Sono già passati vent’anni. Dal 1995 gli Hooverphonic non hanno mai smesso di creare pop dalle suggestioni cinematografiche. In due decenni di carriera, in patria, gli Hooverphonic sono diventati leggendari: in Belgio, infatti, la band “sforna-hit” è considerata una vera e propria istituzione. Il bassista e produttore Alex Callier e il chitarrista Raymond Geerts costituiscono il nucleo creativo della band, al quale, nel corso di questi vent’anni, si sono avvicendate diverse voci femminili come Liesje Sadonius, Kyoko Baertsoen, Esther Lybeert, Geike Arnaert e Noémie Wolfs.
Gli archi sono il fil rouge dei dischi degli Hooverphonic: li troviamo nei loro primi grandi successi “Mad About You” e “Eden”, “The Night Before” e “Angel Never Dies” e ora nel singolo “Badaboum” e in altri otto brani del nuovo disco. L’album si compone di 10 canzoni dove troviamo la collaborazione di molti artisti: Janie Price aka Bird, cantante/violoncellista londinese, interpreta la title track e “I Like The Way I Dance”, il cantautore Felix Howard canta “God’s Gift” e “Moving”, mentre Litlo Tinz accompagna la parigina Emilie Satt in “Badaboum” e “Cocaine Kids”. È la belga di origine haitiana Christa Jérôme (Marc Moulin, Starflam) a cantare “Deep Forest” e “Thin Line”, mentre l’olandese Tjeerd Bomhof, che ha lavorato con Voicst, Dazzled Kid e più recentemente Dazzled Sticks, presta la sua voce a “Hiding In A Song” e “Praise Be”.
“Siamo fissati con gli anni ‘60 – afferma Alex – A quell’epoca i singoli andavano più degli album. Poi nel 1966 arrivò ‘Revolver’ dei Beatles, che cambiò radicalmente le cose e divenne il primo concept album anziché una semplice raccolta di singoli. Nell’era di Spotify, Deezer e Apple Music, siamo tornati al punto di partenza e ancora una volta i singoli sono più importanti degli album. Per questo motivo “In Wonderland” è stato concepito come raccolta di cinque singoli, con altrettanti universi e sapori, con un lato A e un lato B. I brani sono stati incisi in posti diversi, tra cui una piccola isola norvegese, un paese vicino a Milano, un soggiorno di Londra e il nostro studio in Belgio. Sono delle autentiche collaborazioni: i cantanti hanno anche partecipato alla scrittura dei brani, che sono uno diverso dall’altro. Le collaborazioni ampliano gli orizzonti: ti aiutano a mantenere viva la creatività e a evolverti”.