ROMA – Una canzone per la vita: questo è “Prendimi l’anima”, il nuovo brano di Massimo Di Cataldo, con cui il cantautore si rivolge soprattutto alle generazioni più giovani affrontando un tema che sente molto, quello della difficoltà di comunicazione (così compromessa nell’era digitale, soprattutto tra i giovani, spesso vittime della rete) che porta all’isolamento, contrapposto all’esigenza di sentirsi vivi e di lasciarsi andare all’amore come unica cura in grado di rimarginare le ferite dell’autolesionismo.
Fenomeni inquietanti quali quello della Blue Whale (che colpisce una generazione di giovanissimi che arrivano a togliersi la vita “per gioco”) nascondono situazioni di profondo disagio e disorientamento. Con la sua canzone Di Cataldo va in direzione diametralmente opposta, lanciando un “urlo di speranza” e comunicando attaccamento alla vita, convinto da sempre che la musica sia non solo una corsia preferenziale nel diffondere messaggi, ma che abbia anche un potere salvifico. Il cantautore si rivolge ai quei ragazzi, troppo giovani per essere annoiati dalla vita, quasi a voler dir loro: “Puoi davvero dire ho vissuto prima di morire, non lasciare tutto perduto se vuoi che così sia”.
“Nella mia intera produzione ho sempre cercato, anche in quelle che possono sembrare delle semplici canzoni d’amore, di veicolare dei valori legati all’importanza della vita, e in questo momento, alla soglia dei 50 anni e da genitore, sento di avere una maggiore responsabilità nei confronti dei giovani”, spiega Di Cataldo. “In alcuni momenti della mia vita avrei lasciato perdere tutto. La gravità ci porta naturalmente verso il basso, sta a noi rialzarci e rimetterci in gioco”, prosegue l’artista. “È troppo facile lasciarsi andare e cadere nel vuoto; è necessario imparare a sfidare la gravità per risollevarsi facendo leva sulla nostra forza di volontà. Il vero gioco è questo e le regole sono tutte da vivere, possibilmente con gioia”.
Nel suo percorso musicale Massimo Di Cataldo si è spesso interessato a fenomeni sociali, già a partire dal suo primo album: basti pensare a “Liberi come il sole”, canzone che parla di disagio giovanile, o a “Soli”, brano con cui ha partecipato nel 1994 a Sanremo Giovani, vincendo nella categoria Cantautori, e che ha come tema l’incomunicabilità tra le persone.