Green Deal, Von der Leyen: “Ecco come rafforzeremo l’industria Ue”

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BRUXELLES – L’Ue deve rafforzare la propria base industriale per le tecnologie pulite e la transizione energetica e digitale, consentendo aiuti di Stato nei settori strategici, creando nuovi strumenti europei di finanziamento, riprendendo il controllo delle proprie catene del valore e degli approvvigionamenti di materie prime essenziali, e rispondendo adeguatamente alla sfida globale che viene dalla concorrenza sleale della Cina in questi settori. Inoltre, bisogna garantire parità di condizioni sul mercato rispetto alla nuova politica industriale americana basata sull’Inflation Reduction Act, che comunque è positiva per gli investimenti che comporta nell'”agenda green”.

Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, questo pomeriggio a Kiruna (Svezia), durante la sua conferenza stampa congiunta con il primo ministro svedese Ulf Kristersson, al termine della visita dell’intero collegio dei commissari al governo svedese per inaugurare la sua presidenza di turno semestrale del Consiglio Ue. “Abbiamo – ha detto von der Leyen – una fiorente industria delle tecnologie pulite (‘clean-tech’, ndr) e abbiamo bisogno che sia fiorente e prospera, per mantenere la nostra leadership sulla decarbonizzazione ma anche per mantenere la nostra prosperità. L’Europa è pioniera e all’avanguardia nelle tecnologie pulite”.

Ma in questo settore “sappiamo tutti che la concorrenza sta aumentando” a livello globale. “Prima di tutto, questo è molto positivo per la nostra ambizione di azzeramento netto delle emissioni, per i nostri obiettivi climatici”. Tuttavia, ha avvertito la presidente della Commissione, questo aumento della concorrenza “a meno che non vengano mantenute condizioni di parità, potrebbe avere un effetto negativo sulla nostra competitività e sugli investimenti in Europa. Abbiamo bisogno di condizioni di parità a livello globale. E c’è ovviamente l’impatto della legge americana ‘Inflation Reduction Act’. Attualmente stiamo lavorando intensamente con gli Stati Uniti per ridurre i suoi effetti collaterali negativi sull’Europa”.

Ad esempio, l’Ue chiede di avere per la propria industria gli stessi vantaggi che sono previsti sul mercato Usa per i veicoli elettrici prodotti in Messico e in Canada. “Ma soprattutto – ha sottolineato von der Leyen – stiamo affrontando una concorrenza sleale nel settore delle tecnologie pulite da parte della Cina. Si pensi ai loro massicci sussidi occulti nella produzione di turbine eoliche, per esempio, o di pannelli solari. Vogliamo quindi discutere con la presidenza svedese di turno dell’Ue, e abbiamo già iniziato a farlo, su come possiamo inviare un segnale alle imprese in Europa. Vogliamo rassicurare le imprese sulla nostra determinazione a preservare e migliorare l’attrattiva economica dell’Europa. E qui, vedo diverse azioni da intraprendere”.

“La prima – ha indicato la presidente della Commissione – è una nuova legislazione per ridurre le nostre dipendenze, in particolare dalle materie prime”. Il riferimento è al “Critical Raw Materials Act” che la Commissione ha già annunciato che presenterà a marzo. “Intanto ci sono queste ottime notizie di ieri sul ritrovamento di un giacimento di terre rare in questa regione” in Svezia, ha rilevato von der Leyen. “Ma – ha aggiunto – ci concentreremo anche su specifici settori sensibili, come il clean-tech e l’idrogeno. Questa nuova legislazione includerebbe anche la revisione di alcuni dei requisiti di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile. Perché sento sempre più spesso che il problema per le rinnovabili sono i processi autorizzativi” troppo lunghi e complessi.

“In secondo luogo – ha continuato von der Leyen – aggiorneremo il nostro quadro sugli aiuti di Stato. Dobbiamo facilitare gli investimenti pubblici come un ponte per la transizione. Attualmente siamo in consultazione con gli Stati membri su modifiche mirate e temporanee al nostro quadro sugli aiuti di Stato per renderlo più prevedibile e più semplice”. E stiamo rivedendo il quadro esistente per i nostri ‘Progetti importanti di comune interesse europeo’, gli Ipcei, che “sono molto attraenti” ma che dobbiamo “rendere più rapidi”.

“Il terzo punto”, secondo la presidente della Commissione, “è che, insieme agli aiuti di Stato, dobbiamo anche esaminare come garantire che vi siano investimenti in tutta l’Unione europea, per preservare il mercato unico”. Gli aiuti di Stato da soli rischierebbero altrimenti la frammentazione del mercato, perché solo i paesi con ampio margine di bilancio possono permettersi di farvi ricorso in modo massiccio. “Quindi, come elemento complementare, come altra faccia della medaglia rispetto agli aiuti di Stato, dobbiamo creare strumenti di finanziamento credibili e ambiziosi”, ha sottolineato ancora von der Leyen. “Questi finanziamenti dovrebbero essere disponibili a breve e a medio termine per consentire una risposta europea adeguata. Stiamo lavorando proprio ora – ha riferito – a una valutazione delle esigenze per basarci sui fatti e le cifre, per tenere conto dell’aumento della concorrenza e quindi sviluppare questi tre filoni di lavoro”.

“Infine – ha concluso la presidente della Commissione – abbiamo bisogno di un’agenda ambiziosa sul commercio internazionale. Questo include naturalmente la garanzia della diversificazione” delle catene del valore “attraverso la conclusione di accordi commerciali, ad esempio tra l’Unione europea e il Messico, il Cile, la Nuova Zelanda e l’Australia”.