Attentato Barcellona, Renzi: “Bisogna investire in sicurezza e in controlli sempre maggiori”

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FIRENZE – “Che parole puoi usare quando un padre di 35 anni viene ucciso in modo così atroce davanti ai figlioletti? Quando un ragazzo di 25 anni viene strappato alla famiglia, fidanzata, alla vita? E insieme a Bruno, insieme a Luca, sono stati uccise almeno altre dodici persone, tra cui un bimbo di tre anni, a Barcellona. Sono tante ormai le città segnate dal terrorismo. Una lista lunga quella che tiene insieme le Torri Gemelle e le stragi nei paesi africani, le tragedie in Francia e gli attentati in Estremo Oriente, le ferite a Londra ed altre capitali europee e gli attacchi alle chiese nigeriane”.

Così il segretario del Pd, Matto Renzi. “Si chiama estremismo islamico, non ha nomi diversi – aggiunge – Può usare sigle diverse: Al Qaeda, Boko Haram, Isis. Ma è sempre quello schifo lì, il fanatismo barbaro e assassino di chi odia la vita al punto da disprezzare anche la propria. Oggi è più difficile che mai, specie pensando alle famiglie distrutte dal dolore, ma dobbiamo ripetere con tanti cittadini spagnoli e europei che si sono riuniti a Barcellona: non abbiamo paura. No Tinc Por, per dirla in catalano come l’hanno ritmata questa mattina in Plaza de Catalunya. Non rinunceremo a vivere. Loro vogliono la morte, noi vogliamo la vita. Loro odiano, noi amiamo”.

“Ciò che loro detestano – afferma Renzi – è esattamente quello che dovremo fare di più. Odiano la musica, la cultura, musei, teatri e università, lo stare insieme, i ristoranti, lo spettacolo. Noi dobbiamo rispondere con ancora più forza proteggendo il nostro stile di vita. Bisogna investire in sicurezza, in controlli sempre maggiori, in presenza sempre più efficace delle forze dell’ordine (che sono bravissime, peraltro: le dovremmo ringraziare di più). Ma accanto a questi investimenti sulla sicurezza, dobbiamo investire in cultura”.

E ancora: “Loro ci vogliono morti, noi dobbiamo e vogliamo vivere. Nessuno restituirà le vittime di queste squallide bestie assassine alle loro famiglie. Ma vivere mantenendo i nostri valori sarà anche un modo per sconfiggere la filosofia di morte di chi vuole piegare la nostra quotidianità alla paura. No Tinc Por. Gridiamolo anche noi, oggi. Anche se il fiato è spezzato dal dolore. Noi non abbiamo paura. E il nostro amore è più forte del loro odio”.