ROMA – “Il tema del cambiamento climatico e del riscaldamento globale è stato sottovalutato per anni. Ora siamo in ritardo”: è una “corsa dell’ultimo minuto, stiamo faticando”, avverte l’ex ministro della transizione ecologica, oggi ad di Leonardo, Roberto Cingolani, intervistato dalla Bbc sulle sfide del clima e dell’energia partendo dall’emergenza caldo di questi giorni in Italia. Con la guerra in Ucraina, rileva, sono “cambiate le priorità. Effettivamente l’Italia è stata in grado di sostituire la maggior parte del gas fornito dai russi in meno di sei mesi senza interrompere la decarbonizzazione del 55% prevista dall’accordo di Parigi entro il 2030.
Ma questo non è stato il caso per la maggior parte dei grandi Paesi. E ovviamente stiamo faticando a mantenere il ritmo della decarbonizzazione. Secondo me – indica l’ex ministro – l’unico modo per perseguire una riduzione delle emissioni è l’energia nucleare, che è stata abbandonata in molti Paesi, e questo è stato un errore. E, naturalmente, dobbiamo incentivare l’energia rinnovabile ovunque sia possibile”.
Servirebbe, dice ancora Cingolani, più flessibilità: “Credo che uno dei grandi errori attuali sia quello di cercare una singola soluzione, ad esempio far guidare a tutti un’auto elettrica o far installare fotovoltaico o energia eolica a tutti. Invece, credo che dovremmo ripartire da un approccio tecnologicamente neutrale molto serio. Ci sono molte altre cose che possono essere fatte utilizzando biocarburanti, carburanti sintetici, energia nucleare. Non dovremmo restare vincolati a una singola soluzione. Non esiste una soluzione miracolosa per il cambiamento climatico. Non c’è una singola soluzione che possiamo adottare per migliorare la situazione. Quindi dobbiamo essere più flessibili, più aperti”.