Mercoledì 26 settembre presso la sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale per parlare di tecnologie e strumenti a supporto dell’agricoltura
ROMA – Il settore agricolo ed agroalimentare oggi deve affrontare non solo la grande sfida di soddisfare la domanda di cibo di una popolazione in crescita, ma deve garantire che il modo di operare sia sostenibile per le generazioni future.
Per tale motivo, l’uso degli agrofarmaci, nell’ambito del sistema di produzione integrata, sta acquisendo consensi come componente fondamentale di un’agricoltura sostenibile.
Ne discuteranno insieme ricercatori, docenti universitari, rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni di rappresentanza nel corso del convegno organizzato da Confagricoltura, con la collaborazione di Agrofarma e Compag, “Tecnologie e strumenti a supporto dell’agricoltura: scienza e ragione alla base di ogni decisione”, in programma martedì 26 settembre, a Roma presso l’hotel Nazionale, sala Capranichetta, alle ore 10.
Le nuove tecniche produttive, le innovazioni tecnologiche a livello industriale ed agricolo, la ricerca di nuovi principi attivi, hanno prodotto rilevanti risultati anche in termini di quantitativi utilizzati. E sul piano dei residui l’Italia dimostra di essere sempre un paese all’avanguardia, anche in ambito europeo.
Nonostante questo, spesso, non disponendo di sufficienti informazioni sui sistemi di coltivazione, sui problemi legati alla protezione delle colture, sulle rigorose procedure di autorizzazione a livello europeo e nazionale, non viene illustrato all’opinione pubblica ed in particolare ai consumatori, il ruolo che gli agrofarmaci svolgono nel garantire una costante disponibilità di alimenti di buona e costante qualità a prezzi accessibili.
Nel corso del convegno verrà evidenziato come il processo di autorizzazione degli agrofarmaci preveda che qualsiasi sostanza, per poter essere impiegata, debba essere sottoposta alla rigida valutazione da parte di istituzioni scientifiche deputate a questo specifico compito dalle autorità sia nazionali sia europee, a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, e secondo metodologie e criteri scientificamente validati e definiti per legge.
Per tale motivo, in relazione a specifici dossier riguardanti alcune categorie di agrofarmaci e alcuni principi attivi che saranno discussi a breve a Bruxelles, è necessario che i decisori politici italiani ed europei adottino scelte consapevoli. Altrimenti il rischio è che l’agricoltura si troverà sempre più in difficoltà potendo disporre di un numero sempre minore di principi attivi per la protezione delle colture e ciò anche a fronte di indicazioni da parte degli organismi scientifici dell’Unione Europea che non evidenziano pericoli per la salute umana.