Dargen D’Amico: “Non pensavo si potesse strumentalizzare la vita dei bambini”

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SANREMO – “Quando inizio a parlare dico quello che penso, non c’è niente di più sacro della vita dei bambini”. Esordisce così, ai microfoni di “Non è un paese per Giovani” su Rai Radio 2 con Massimo Cervelli e Tommaso Labate, Dargen D’Amico, che commenta le numerose polemiche nate dalle parole che hanno seguito la sua esibizione sul palco dell’Ariston. “Viviamo in un paese come l’Italia che è sempre stata un grande villaggio con uno spirito di comunità molto forte, all’interno del quale qualsiasi bambino fosse arrivato a casa tua, gli avresti dato da mangiare, non gli avresti chiesto da dove vieni”, ha spiegato.

L’artista ha poi raccontato cosa ha provato dopo aver letto i primi commenti: “Io pensavo che sul cessate il fuoco, sul proteggere la vita dei bambini, sul dare l’elettricità alle incubatrici fossimo d’accordo tutti. Il rischio è che poi ti rendi conto che un’affermazione che ha a che fare con l’essenza della nostra vita, cioè il rispetto degli altri e delle categorie più fragili, viene strumentalizzata e sembra quasi che tu voglia fare promozione alla canzone”. Poi ha concluso: “La canzone è una cosa ed è mia, il cessate il fuoco è di tutti, l’umanità, il nocciolo della questione, io sono solo un orpello”.