“I Am That Tempest – A Portrait”, l’album di Eve Libertine

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Artista, musicista, poeta ed attivista, Eve Libertine presenta ‘I Am That Tempest – A Portrait’, il disco in arrivo il 12 luglio, una performance vocale viscerale accompagnata da jazz improvvisato e sperimentale.

Eve Libertine torna sotto i riflettori con la sua selvaggia interpretazione della poesia di Penny Rimbaud, ‘I Am That Tempest’, che lui descrive come “un pezzo forte per l’incredibile estensione vocale di Eve”. Insieme a una band di musicisti stellati, Eve si intreccia in una foresta di risposte improvvisate, creando un trito di pretese conformiste. “Il significato sta nel farlo” offre Rimbaud come una sorta di spiegazione, “è un itness piuttosto che un ifness, ha una vita propria.”

Libertine e Rimbaud hanno spinto insieme i confini musicali sin dalla ormai classica traccia degli anni ’70, ‘Reality Asylum’, che introdusse l’avanguardia alle improbabili orecchie del pubblico prevalentemente punk dei Crass. “Adoro lavorare per e con Eve” afferma Rimbaud, “il suo senso di inflessione non è secondo a nessuno e la sua capacità di dare un senso ai miei testi, a volte oscuri, mi permette in qualche modo di comprendere meglio il significato del mio lavoro. Musa?” chiede “forse”, risponde, con un sorriso ironico.

Eve Libertine è meglio conosciuta per il suo ruolo di co-voce solista nei Crass. Libertine ha scritto ed eseguito la maggior parte delle canzoni del terzo album del gruppo, ‘Penis Envy’, che si concentrava esclusivamente su questioni femministe e conteneva solo voci femminili.

Dopo che i Crass si sciolsero nel 1984, Libertine si concentrò sullo sviluppo della sua estensione vocale, pubblicando il suo primo album post-Crass, ‘Skating The Side Of Violence’. Continuando a collaborare con Penny Rimbaud, ha poi presentato la sua ‘opera’ parlata, ‘The Death Of Imagination’. Durante questo periodo, Libertine ha anche lavorato a lungo con A-Soma, artista e musicista elettro-pop d’avanguardia, con il quale ha registrato ‘Last One Out Turns Off The Lights’, uno spettacolo teatrale presentato all’ICA e Richard DeMarco Gallery durante la metà degli anni ’90, un lavoro che è tuttora impegnativo ed avvincente.

All’inizio del millennio, a Rimbaud fu chiesto di organizzare un concerto alla Queen Elizabeth Hall sulla South Bank di Londra, apparentemente in opposizione alla crescente minaccia di guerra in Iraq. Vedendo questa come una possibilità per riunire i personaggi ormai diversi che avevano composto i Crass, Rimbaud e Libertine fondarono The Crass Collective appositamente per l’evento. Incoraggiati dal successo dell’evento, Rimbaud e Libertine decisero di espandere il Collettivo, invitando numerosi jazzisti conosciuti al Vortex Jazz Club di Londra. Prendendo una residenza mensile, hanno registrato un’enorme quantità di lavori, da cui ne uscirono due album importanti, ‘Savage Utopia’ e ‘Sea’, registrato nel 2003 e mai mixato fino al 2012, quando Rimbaud salvò i nastri dall’oscurità. Libertine continua a lavorare con Rimbaud in questo formato in gran parte basato sul jazz.

Oltre al suo lavoro con Rimbaud, Libertine ha lavorato con i Vocal Constructivits, una band dedita all’esecuzione di opere di artisti come John Cage e Cornelius Cardew, oltre ad aver collaborato con l’artista e compositore elettronico Charles Webber.

Quest’anno Crass hanno annunciato ‘A Pictorial History’, un libro che documenta la loro famigerata carriera attraverso oltre 300 pagine.

Tracklist:

Morning Session – Interlude (feat. Penny Rimbaud) – Afternoon Session

Music credits

Eve Libertine – Voice

Louise Elliott – Sax & Flute

Kevin Davy – Trumpet

Alcyona Mick – Piano

Nemo Jones – Guitar

Terry Day – Percussion

Penny Rimbaud – Voice (track 2)

Recorded and mixed by Paul ‘Pdub’ Walton

At Livingston Studios and The Loft Studios

Lyrics & Overall Production by Penny Rimbaud