Dl Albania, Salvini: “Ennesima sentenza di un giudice comunista”

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ROMA – La decisione del tribunale di Bologna, che ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il cosiddetto decreto Albania per chiedere quale sia il parametro su cui individuare i cosiddetti Paesi sicuri, è “l’ennesima sentenza antitaliana da parte di un giudice comunista”. Lo afferma in un video su Instagram il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

“Per carità – prosegue Salvini – siamo in democrazia e nel 2024 tutti hanno diritto di sentirsi comunisti… Per me è un po’ fuori dal tempo, ma ognuno crede nelle idee che ritiene. Però – sottolinea il ministro delle Infrastrutture e Trasporti – non puoi fare il giudice se smonti di notte il lavoro che facciamo per difendere la sicurezza e i confini italiani dicendo che non si può espellere nessuno, che c’è il rischio fascismo, nazismo e quindi, a differenza di quello che fanno tutti gli altri paesi europei e paesi del mondo, dobbiamo tenere qua i clandestini senza espellerli, senza detenerli, senza mandarli in Albania”.

“Signor giudice – prosegue il segretario confederale della Lega – e non è una citazione né di Vecchioni né di De André, lo dico con il massimo rispetto: se sotto la tua toga hai la bandiera rossa, togli la toga e cambia mestiere, candidati con Rifondazione Comunista”, perché “non puoi non applicare le leggi che il governo e il parlamento fanno per difendere i confini e la sicurezza dei cittadini italiani”.

“Troppe sentenze ormai impediscono ai politici eletti dai cittadini di fare quello che i cittadini si aspettano e quindi non è un problema di libertà, liberissimi di essere comunisti, siete una minoranza sugli oltre 9mila magistrati, per fortuna, però una minoranza che fa il male dell’Italia e degli italiani perché quei clandestini, quegli irregolari, quei delinquenti che spesso ci impedite di espellere se poi rimangono in Italia a spacciare, a rapinare, a stuprare e a uccidere chi devono ringraziare gli italiani per questo servizio?”. E conclude: “Quindi signor giudice, se si sente comunista libero di esserlo, si tolga la toga, si candidi alle elezioni, cambi mestiere”.