Vivere in un mondo in cui l’individuo deve necessariamente adattarsi all’indifferenza nei confronti dell’ambiente che lo ospita, devastandone per superficialità e incoscienza l’ecosistema, è una tematica espressiva molto sentita da diversi artisti del Ventunesimo secolo, ciascuno sottolineando e cercando di sensibilizzare l’osservatore sulla base della propria indole espressiva. Alcuni scelgono uno stile fortemente materico in cui inseriscono oggetti di riciclo per dare nuova vita a ciò che altrimenti sarebbe destinato a essere gettato, altri eseguono murales di grande impatto in cui le frasi di denuncia vengono impresse in modo chiaro all’interno dell’immagine finale, e infine ve ne sono alcuni altri che attraverso il loro stile pittorico esteticamente perfetto ingannano lo sguardo attraendolo con la bellezza e la luminosità delle tele per poi svelare la verità che circonda i personaggi protagonisti delle tele. È esattamente questo l’approccio espressivo del protagonista di oggi.
A partire dalla metà del Novecento l’arte è divenuta mezzo comunicativo e a volte persino di contestazione della società di quei tempi e ha trovato nel messaggio sociale un modo per far comprendere al grande pubblico, poco avvezzo a frequentare le gallerie d’arte, il punto di vista sul mondo dell’autore di un’opera e soprattutto che le opere non erano più distanti dalla realtà contemporanea. Già intorno agli anni Quaranta la Pop Art di Andy Warhol costituì un’arguta analisi del condizionamento dei mezzi di comunicazione e anche del consumismo di massa che induceva la nuova borghesia a desiderare ciò che costituiva interesse per la massa; l’iconizzazione della zuppa Campbell, della bottiglia della Coca Cola e del detersivo Brillo furono rappresentative di questa visione nascosta dietro la capacità dell’autore di rendere affascinanti prodotti di uso comune.
Poco dopo, la Street Art raccogliendo l’esempio della Pop Art di rivolgersi al grande pubblico, utilizzò i muri dei sottopassaggi e i vagoni dei treni delle periferie delle grandi metropoli per far sentire la propria voce esprimendo il disagio degli autori spesso invisibili, la loro rabbia, il desiderio di riscatto verso una società ingiusta e discriminatoria; Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e René Moncada furono grandi esponenti della Street Art statunitense degli anni Ottanta, ciascuno con il proprio messaggio da raccontare attraverso le loro grandi opere. Con l’ingresso nel Ventunesimo secolo tutta l’arte ha subito un cambiamento profondo poiché da un lato l’accettazione della libertà espressiva degli autori ha permesso loro di creare propri personali stili influenzati da movimenti del passato e dall’istinto creativo, dall’altro le modificazioni della società hanno dato rilevanza a tematiche fino a poco prima inesistenti o non considerate come fulcro dell’espressività. Pertanto gli stili fortemente figurativi come l’Iperrealismo, non avevano più quella veste puramente fotografica e rappresentativa che ebbero al momento della loro nascita e con i primi esponenti come Richard Estes, bensì si sono spostati verso una linea più metafisica ed esistenziale, tanto quanto l’Arte del Riciclo attuale ha attinto, enfatizzandola, alla sensibilizzazione verso il riutilizzo degli oggetti in disuso iniziata con l’Arte Povera e l’Informale Materico. Il tema della conservazione e del rispetto dell’ambiente è diventato preponderante nel corso degli ultimi decenni, in virtù di una maggiore consapevolezza di una parte della popolazione in netto contrasto con la noncuranza e l’indifferenza di un’altra grande fetta che sembra essere completamente insensibile a certi argomenti. La più recente produzione pittorica dell’artista lombardo Simone Petrarca si focalizza esattamente su questa materia, trasformando il suo talentuoso tocco iperrealista, fortemente ispirato dalla perfezione esecutiva, dalla luce e dall’utilizzo del chiaroscuro di Caravaggio, in strumento per mettere sottolineare in maniera estrema il rischio che corre l’umanità se sceglie di continuare a ignorare la necessità di prendersi cura dell’ambiente, di dimenticarsi di rispettare quel mondo che, se danneggiato, smette di essere il luogo ideale in cui vivere divenendo un rischio per la salute dell’uomo e degli animali.
L’inganno visivo perpetrato dall’artista consiste nell’attrarre lo sguardo con la bellezza mozzafiato degli scenari e dei suoi personaggi, spesso raccontati nella loro pudica nudità quasi a voler sottolineare la fragilità di un individuo troppo convinto di essere superiore ma in realtà costituendo solo un tassello di un meccanismo, quello della natura, più grande di lui e che può sopraffarlo se ne viene compromesso l’equilibrio; la scelta di Simone Petrarca di immortalare con maggiore frequenza le donne e i bambini è dovuta ai ruoli fondamentali che essi ricoprono nel ciclo dell’esistenza.
Le donne sono generatrici di vita dunque le sole ad avere la sensibilità necessaria a comprendere l’importanza di avere un ambiente accogliente e pulito a cui affidare la prosecuzione della specie umana, mentre i bambini costituiscono invece il futuro, un domani che sarà possibile solo mantenendo pulito l’habitat in cui cresceranno; eppure troppo di frequente essi sono costretti a trovarsi di fronte ai danni generati da un atteggiamento troppo disinvolto e poco attento degli adulti, credendo di vivere una normalità che però è desolante e devastante.
Questo concetto fuoriesce in maniera chiara dalla tela Il tuffo dove i due giovani giocano felici in un’acqua disseminata da oggetti di vetro e di plastica, gettati distrattamente da turisti adulti irrispettosi dell’ambiente, indifferenti alla sensibilità che bisognerebbe mostrare verso il mare, fonte di vita ed essenziale per l’ecosistema, e incoscienti rispetto all’innegabile verità che potrebbero essere i loro stessi figli a nuotare nella contaminazione da essi stessi generati. La realtà dei dettagli emerge sommessamente dalla luminosità dell’opera e dall’aspetto giocoso e divertito dei ragazzi, sottolineando la purezza inconsapevole dell’età infantile in contrasto con l’egoismo e il disinteresse di adulti che non hanno la lungimiranza per capire i danni che stanno provocando al mondo del futuro.
In Caldo abbraccio Simone Petrarca vuole invece sensibilizzare l’osservatore verso il surriscaldamento può sciogliere una calotta polare con un equilibrio fragile e a rischio di essere compromesso generando l’estinzione di tutti quegli animali che hanno bisogno del freddo e del ghiaccio per poter sopravvivere; qui il corpo della donna sembra voler avvolgere l’orso polare non tanto per scaldarlo dal punto di vista termico, quanto per infondergli quel calore interiore, quella forza necessaria a oltrepassare un frangente difficile nella speranza che presto tutto possa tornare alla normalità. La rassicurazione e l’amore che traspare dall’atteggiamento della figura femminile è il simbolo dell’atteggiamento che l’uomo dovrebbe sempre avere nei confronti della natura, degli animali, degli ambienti che vanno preservati nella loro purezza, del riguardo verso chi non fa nulla per nuocere all’essere umano se non quando si sente minacciato. Anche in questo dipinto l’importanza dell’equilibrio estetico è essenziale per indurre il fruitore a sentirsi astratto dalla bellezza dell’immagine, dalla forza della luce che avvolge l’intera scena, per poi soffermarsi sul senso profondo del messaggio di Simone Petrarca.
No comment è una delle opere più esplicite, il corpo nudo della donna è costretto a poggiarsi su un tappeto di sacchetti di rifiuti, guardando con disappunto verso l’osservatore, quasi ad alzare il velo verso un domani che potrebbe verificarsi se non si corre ai ripari subito; la nudità diviene così debolezza ma al contempo forza, invito a compiere azioni determinati a generare un cambiamento di rotta rispetto alla direzione verso cui l’umanità si sta spingendo. La mancanza assoluta di elementi naturali traccia un’opzione distopica eppure possibile qualora non sopraggiunga la consapevolezza della responsabilità di ciascun individuo di generare una profonda modificazione alle abitudini radicate da anni di disattenzione.
La tela Oro nero è persino più estrema nella sua rappresentazione, sembra ispirarsi alla cultura Darkwave e Punk degli anni Ottanta del Novecento che hanno poi determinato la nascita del PopSurrealismo a cui questa opera può essere avvicinata, e racconta di un domani in cui le acque avranno perso tutta la loro cristallinità per divenire melma intrisa di petrolio, di scarichi dei rifiuti industriali riversati senza ritegno nella fonte di rinnovamento e di vita più importante. La donna guarda costernata verso il fruitore, come se lo pregasse silenziosamente di riflettere con attenzione su cosa può diventare un mondo bellissimo se devastato dall’irresponsabilità.
Simone Petrarca, di professione architetto ma senza mai rinunciare alla necessità interiore di esprimere se stesso e il suo punto di vista attraverso l’arte, ha al suo attivo diverse mostre collettive e personali in Italia – Milano, Roma, Piacenza, Ostia, Mantova, Venezia e Castelgandolfo, oltre alla presenza ad Arte Padova 2024 –, ha partecipato nell’aprile 2024 all’Art Expo di New York e nell’ottobre dello stesso anno ha esposto a Barcellona.
SIMONE PETRARCA-CONTATTI
Email: simonepetrarca@gmail.com
Facebook: www.facebook.com/simone.petrarca.98
Simone Petrarca’s Hyperrealism, unreal settings to make contemporary man aware of the importance of respect for the environment
Living in a world in which the individual must necessarily adapt to indifference towards the environment that hosts him, devastating the ecosystem through superficiality and unconsciousness, is an expressive theme strongly felt by various artists of the 21st century, each emphasising and trying to sensitise the observer on the basis of each own expressive nature. Some choose a strongly material style in which they insert recycled objects in order to give new life to what would otherwise be destined to be thrown away, others execute high-impact murals in which the phrases of denunciation are clearly imprinted within the final image, and finally there are some others who through their aesthetically perfect painting style deceive the eye by attracting it with the beauty and luminosity of the canvases to then reveal the truth surrounding the characters protagonists of the canvases. This is exactly the expressive approach of today’s protagonist.
Since the mid-20th century, art has become a means of communication and sometimes even of contestation of the society of the time, and has found in the social message a way to make the general public, unaccustomed to frequenting art galleries, the author’s view of the world and, above all, that the artworks were no longer distant from contemporary reality. Already around the 1940s, Andy Warhol‘s Pop Art constituted a witty analysis of the conditioning of the media and also of mass consumerism that induced the new bourgeoisie to desire what was of interest to the masses; the iconisation of Campbell’s soup, the Coca Cola bottle and Brillo detergent were representative of this vision hidden behind the author’s ability to make everyday products fascinating.
Shortly afterwards, Street Art took up the example of Pop Art to address the general public, using the walls of subways and train carriages in the suburbs of large metropolises to make its voice heard by expressing the unease of the often invisible authors, their anger, their desire for redemption towards an unjust and discriminatory society; Keith Haring, Jean-Michel Basquiat and René Moncada were great exponents of American Street Art in the 1980s, each with their own message to be told through their great works. With the entering of the 21st century, the whole of art underwent a profound change, since on the one hand the acceptance of the expressive freedom of authors allowed them to create their own personal styles influenced by past movements and creative instincts, and on the other hand the changes in society gave prominence to themes that had not existed before or were not considered as the focus of expression. Thus, strongly figurative styles such as Hyperrealism, no longer had the purely photographic and representational guise that they had at the time of their birth and with the first exponents such as Richard Estes, but moved towards a more metaphysical and existential line, as much as current Recycling Art drew on, and emphasised, the awareness of the reuse of disused objects that began with Arte Povera and Material Informalism.
The theme of conservation and respect for the environment has become preponderant over the last few decades, by virtue of a greater awareness on the part of a section of the population in stark contrast to the carelessness and indifference of another large section that seems to be completely insensitive to certain topics. The most recent pictorial production of Lombard artist Simone Petrarca focuses precisely on this subject, transforming his talented hyperrealist touch, strongly inspired by Caravaggio‘s perfection of execution, light and use of chiaroscuro, into a tool to put extreme emphasis on the risk that humanity runs if it chooses to continue to ignore the need to take care of the environment, to forget to respect that world which, if damaged, ceases to be an ideal place to live in, becoming a risk to human and animal health.
The visual deception perpetrated by the artist consists in attracting the gaze with the breathtaking beauty of the scenery and his characters, often depicted in their demure nudity as if to emphasise the fragility of an individual who is too convinced of being superior, but in reality constitutes only a piece of a mechanism, that of nature, which is bigger than himself and which can overwhelm him if its balance is compromised; Simone Petrarca‘s choice to immortalise women and children more frequently is due to the fundamental roles they play in the cycle of existence. Women are the generators of life and therefore the only ones to have the necessary sensitivity to understand the importance of having a welcoming and clean environment to which to entrust the continuation of the human species, while children are instead the future, a tomorrow that will only be possible by keeping clean the habitat in which they will grow up; yet all too often they are forced to deal with the damage generated by an overly casual and uncaring attitude on the part of adults, believing they are living a normality that is, however, desolating and devastating. This concept emerges clearly from the canvas Il tuffo (The Dive) where the two youngsters play happily in water littered with glass and plastic objects, thrown absent-mindedly by adult tourists who are disrespectful of the environment, indifferent to the sensitivity that should be shown towards the sea, a source of life and essential to the ecosystem, and unconscious of the undeniable truth that it could be their own children who are swimming in the contamination they have generated.
The reality of the details emerges subtly from the brightness of the work and the playful and amused appearance of the children, emphasising the unconscious purity of childhood in contrast to the selfishness and disinterest of adults who lack the foresight to understand the damage they are causing to the world of the future. In Caldo abbraccio (Warm Embrace) Simone Petrarca instead wants to make the observer aware that overheating can melt a polar ice cap with a fragile balance and at risk of being compromised generating the extinction of all those animals that need the cold and ice to survive; here the woman’s body seems to want to envelop the polar bear not so much to warm him up thermally, but to infuse him with that inner warmth, that strength needed to overcome a difficult juncture in the hope that everything will soon return to normal.
The reassurance and love that transpires from the attitude of the female figure is symbolic of the attitude that man should always have towards nature, towards animals, towards environments that should be preserved in their purity, towards those who do nothing to harm human beings except when they feel threatened. Also in this painting, the importance of aesthetic balance is essential to induce the viewer to feel abstracted by the beauty of the image, by the strength of the light that envelops the entire scene. No comment is one of the most explicit works, the naked body of the woman is forced to rest on a carpet of rubbish bags, looking disapprovingly at the observer, almost as if to lift the veil towards a tomorrow that could occur if we do not take immediate action; nudity thus becomes weakness but at the same time strength, invitation to act decisive actions to generate a change in the direction in which humanity is heading.
The absolute lack of natural elements traces a dystopian yet possible option if the awareness of each individual’s responsibility to generate a profound change to the habits ingrained by years of inattention does not arise. The canvas Oro nero (Black Gold) is even more extreme in its representation, seeming to be inspired by the Darkwave and Punk culture of the 1980s, which then determined the birth of PopSurrealism to which this painting can be compared, and tells of a tomorrow in which the waters will have lost all their crystallinity to become slime soaked in oil, industrial waste poured without restraint into the most important source of renewal and life. The woman looks dismayed towards the viewer, as if silently begging him to reflect carefully on what a beautiful world can become if devastated by irresponsibility. Simone Petrarca, an architect by profession but without ever renouncing the inner need to express himself and his point of view through art, has several group and solo exhibitions to his credit in Italy – Milan, Rome, Piacenza, Ostia, Mantua, Venice and Castelgandolfo, as well as a presence at Arte Padova 2024 – in April 2024 he participated in the Art Expo in New York and in October of the same year he exhibited in Barcelona.