ROMA – “L’obiettivo non è solo quello di fare una riforma che sia il più trasversale possibile, ma anche far rinnamorare i cittadini del servizio pubblico”. Lo ha affermato la presidente della Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Barbara Floridia, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Cambiare il servizio pubblico: ma come?”.
Alla vigilia degli Stati Generali della Rai, la presidente della Commissione di Vigilanza ha spiegato che “per quanto ci riguarda è importantissimo liberare la Rai dei partiti. Perché se non la si liberasse, finirebbe per essere irrilevante in questo sistema digitale. Deve essere libera di operare. Abbiamo smesso di fidarci del servizio pubblico e questo per me è un grande danno per i cittadini. Anche in questi Stati Generali del servizio pubblico ho il piacere che venga detto pubblicamente da tutti i partiti che tengono a questa riforma e che vada fatta”.
Barbara Floridia ha ricorda che il Media Freedom Act “è già in vigore, ma essendo un regolamento europeo con dei principi generali ha necessità di una legge. Dall’8 agosto potremmo essere in sanzione europea. Su una cosa siamo stati tutti unanimi e abbiamo chiesto l’incardinamento delle proposte di riforma. Come presidente di commissione ho voluto un dibattito pubblico che ci sarà il 6 e 7 novembre, perché la riforma è importante. Il servizio pubblico è il bene comune. Siamo in una fase in cui l’informazione è uno strumento necessario per la democrazia, e con la legge Renzi abbiamo dei limiti pazzeschi”,
Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, di cui è esponente, Floridia ha spiegato che “a nostro avviso il consiglio di amministrazione dovrebbe durare almeno 6 anni e avere delle risorse certe, da canone o da fiscalità generale. Si devono aumentare le risorse: in Francia con 11 mila addetti il servizio pubblico ha risorse più del miliardo e 800 che abbiamo noi con 12 mila addetti, Si capisce bene che con poche risorse non ci possa essere informazione di qualità. Nella nostra proposta il CDA deve avere anche rappresentanti del Parlamento, perché rappresentano i cittadini, ma anche un CDA come è la BBC oggi. Un consiglio allargato con una parte operativa e una consultiva, con esperti che non rispondono alla politica e che hanno contezza del mondo dell’informazione. Secondo il Media Freedom Act ci può essere una rappresentanza parlamentare legittima, ma è importante che la rosa dei nomi venga prima selezionata dall’Agcom e poi su quella si possa eleggere una quota parte del consiglio. Comunque siamo aperti al dibattito per trovare insieme la soluzione migliore”.
Per quanto riguarda i direttori dei telegiornali, secondo Floridia “dovrebbero essere a mio avviso nominati da degli esperti. Io da rappresentate di partito ho sofferto moltissimo il bullismo del giornalismo di parte. E questo fa male non solo al movimento che rappresento, ma all’informazione in generale”.