È in libreria il nuovo romanzo di Leonardo Conti: un affresco toccante di un’umanità che ricerca se stessa. Un esordio sorprendente quello di Conti, che al suo primo romanzo ci accompagna in un viaggio fisico e spirituale al tempo stesso, intrecciando storie personali a destini comuni.
Il lettore è fortemente coinvolto nella ricerca di senso intrapresa dal protagonista: se la strage di Bologna del 2 agosto 1980 ha infatti aperto uno squarcio immenso nella storia italiana, allora non resta che ricostruire quanto è stato spezzato, riannodando quel filo umano che, origine di intrecci sorprendenti, conduce il protagonista – e noi con lui – a riconsiderare se stesso come uomo, padre e scrittore.
“Si muore e basta” mi dico. In mezzo alle cose. Perlopiù senza preavviso. Senza finire quello che si stava facendo. La fine è un evento intempestivo. Solo i protagonisti dei libri e dei film compiono le proprie storie. Poi fuori si continua a morire, intorno ai libri e ai film. Anche gli autori muoiono, lasciando talvolta opere incompiute. Ma l’incompiutezza di un’opera non è una morte, piuttosto è un’indeterminatezza, una possibilità aperta sul presente.
Leonardo Conti, scrittore e critico d’arte, è nato nel 1969 e si è laureato in Lettere moderne nell’Ateneo di Bologna. Nel 2007 è uscito Talking, scritto insieme all’artista Marco Casentini (Vanillaedizioni). Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di poesie Come scrivere una poesia d’amore (PoliArt Edizioni). Tra il 2002 e il 2024 è stato curatore, o co-curatore, di più di cinquanta esposizioni d’arte in istituzioni museali in Italia e all’estero. È coautore della sceneggiatura del mediometraggio Cineteca (2024). L’era dei naufragi è il suo primo romanzo.