Tanti i volti artistici della Giacobelli: scrittrice, blogger, giornalista … nel 2016 il sogno finalmente realizzato di pubblicare il suo primo romanzo
ANCONA – Chiara Giacobelli, nota scrittrice e giornalista originaria di Ancona, nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Un disastro chiamato amore”, edito dal Gruppo Fanucci (Leggereditore). È autrice anche del libro edito da Newton Compton “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita”, una simpatica guida su come vivere la regione in maniera originale, poi approfondito nel 2015 grazie al seguito “Forse non tutti sanno che nelle Marche …”, ora giunto alla quarta ristampa.
Chiara Giacobelli aveva il sogno di realizzare proprio un romanzo e lo ha fatto scrivendo una storia che vede come protagonista Vivienne Vuloir, una giornalista parigina… una storia tutta da scoprire ambientata in tanti luoghi diversi ed altrettanto meravigliosi, liberamente ispirata ad una serie di person
aggi conosciuti dall’autrice. Il libro ha avuto un’accoglienza entusiasta da parte di critica e pubblico collezionando innumerevoli recensioni positive ed entrando nei bestseller della narrativa italiana con migliaia di copie vendute. Ne abbiamo parlato con l’autrice che ci ha aperto il mondo di Vivienne facendoci scoprire anche quanto della protagonista c’è in lei.
Il romanzo… lei arriva a questa forma di scrittura dopo tante esperienze: come è nata l’idea di realizzare un romanzo?
“A dire il vero io ho iniziato a scrivere sin da bambina storie, racconti e poi romanzi, quindi più che un’idea si tratta di un’attitudine spontanea. Le guide turistiche sono venute in seguito, nonostante il mio primo libro edito è stato “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita”.
“Un disastro chiamato amore” invece è nato come forma di terapia durante una malattia e non pensavo proprio che avrebbe raggiunto questo successo. È stata una grande soddisfazione”.
Il libro nasce anche grazie alla Terapia del Sorriso…
“Come accennavo mi ha aiutata a prendere con autoironia, filosofia e leggerezza un momento difficile della mia vita, senza per questo sfociare nella superficialità. La Terapia del Sorriso comprende forme come la lettura, la scrittura, lo yoga, lo sport, il teatro e tante altre, ma purtroppo in Italia è ancora troppo poco conosciuta e applicata. Questo libro vuol essere un passo ulteriore in tal senso, per aiutarne la diffusione. Non a caso è stato acquistato dall’ospedale Meyer di Firenze per essere a disposizione di pazienti e familiari”.
Il romanzo è liberamente ispirato a personaggi importanti che lei ha conosciuto: come ha pensato di inserirli in maniera libera dentro il romanzo?
“La storia di Audrey Hepburn e del suo figlio maggiore è il filo conduttore della sottotrama che riguarda Alex Lennyster, il protagonista maschile, e la sua famiglia avvolta in un mistero che Vivienne vuole scoprire a tutti i costi. Ovviamente non tutto è vero, in quanto si tratta di una storia liberamente ispirata a questa grande attrice. Per quanto riguarda invece gli altri personaggi, alquanto noti e conosciuti grazie al mio lavoro, mi erano rimasti impressi alcuni loro racconti, che ho pensato di inserire qua e là nel testo dove mi sembrava avessero più senso. Solo nelle note finali però svelo a chi si ispirano i vari episodi”.
Se dovesse descrivere il romanzo con degli aggettivi o parole quali sarebbero?
“Divertente, originale, frizzante”.
Quanto si rivede nella protagonista Vivienne?
“Le gaffe che lei combina mi sono tutte realmente accadute, quindi c’è tanto di me nella protagonista. Anche nel suo modo tragicomico di vedere la vita. Nonostante ciò non siamo la stessa persona, specialmente a un anno e mezzo dall’uscita del romanzo sono cambiata molto e quindi oggi descriverei una Vivienne diversa se dovessi ispirarmi a me stessa. Ma preferisco raccontare gli altri”.
Nel romanzo ci sono tanti luoghi ed ambientazioni: come ha scelto dove ambientarlo?
“Il Golfo dei Poeti è un luogo ricco di suggestioni, con un passato importante da un punto di vista letterario e culturale. Vi vissero gli Shelley, Lord Byron e Montale, oltre ad essere bellissimo a livello di natura e paesaggi. Non per niente Portovenere è inserito nella lista UNESCO. Mi sono innamorata di questi angoli meno noti della Liguria dalla prima volta che vi sono capitata e da allora ho sempre cercato di approfondirne la storia e le peculiarità. Consiglio a tutti una visita”.
Giornalista, scrittrice e tanto altro: quale il suo “volto” preferito nello scrivere?
“Scrittrice di narrativa sicuramente, nello specifico amo molto il romanzo storico e quello che racconta storie di una certa profondità, intrecciando la fantasia alla realtà. Sono legata fortemente anche al mio blog sull’HuffPost che racconta personaggi dalle gesta straordinarie vissuti in altre epoche ma rimasti pressoché sconosciuti alla grande massa”.
Se dovesse descrivere il suo modo di scrivere con un aggettivo?
“Eterogeneo. Dovendo affrontare tanti generi diversi e passando dalla saggistica alla narrativa al giornalismo ho imparato a cambiare il mio stile al punto tale che a volte non si riconosce la stessa autrice”.
Un accenno anche al suo libro sulle Marche.
“Ne ho scritti diversi in realtà, ma quelli più noti sono “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita” e “Forse non tutti sanno che nelle Marche…”. Il primo racconta la regione a 360 gradi in maniera comprensibile e spigliata, proponendo sia luoghi più noti in una veste alternativa sia elementi inediti. Il secondo è il suo seguito e approfondimento, realizzato grazie alla collaborazione con professionisti e insegnanti universitari. Contiene 50 racconti per scoprire qualcosa di insolito ma non per questo meno interessante. Entrambi hanno visto molte vendite con diverse ristampe e sono attualmente in libreria nella versione aggiornata”.
Per chi volesse seguire e approfondire le opere di Chiara Giacobelli può visitare il suo sito ufficiale www.chiaragiacobelli.com oppure le sue pagine Facebook, Twitter e Instagram (@chiagiac).
Biografia
È una scrittrice e una giornalista. Nata nel 1983, si è laureata con lode in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema di Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti, per poi specializzarsi sempre con lode in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove ha conseguito il Premio Raeli destinato ai più brillanti studenti dell’Ateneo.
Ha iniziato a dedicarsi al giornalismo nel 2006. Nel 2010 è entrata a far parte dell’ufficio stampa del Senato della Repubblica a Palazzo Madama. Nel 2011 ha esordito ufficialmente come scrittrice con il libro “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita” (Newton Compton Editori); sempre per la Newton Compton ha scritto “1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita”. Nel 2015 è arrivato in libreria con la stessa casa editrice “Forse non tutti sanno che nelle Marche…”, che ha visto tre ristampe in poco tempo. Hanno fatto seguito l’apprezzato romanzo d’esordio “Un disastro chiamato amore” edito dal gruppo Fanucci (Leggereditore) e “101 cose da fare in Veneto almeno una volta nella vita”.
Il suo sito è www.chiaragiacobelli.com, ma potete seguirla anche su Facebook, Twitter e Instagram. Come scrittrice è rappresentata dalla Walkabout Literary Agency di Roma.