REGGIO EMILIA – Maurizio Landini, reggiano, ex segretario generale Fiom Cgil (molti lo indicano come il futuro segretario del Pd), si è sfogato con i media locali.
“Un voto, quello del 4 marzo, che ha indicato un cambiamento. É emerso con la massima chiarezza che le politiche del fatte dal governo che abbiamo avuto non hanno avuto il consenso dell’Italia”.
Ha poi proseguito nella sua analisi Landini: “Da questo voto è emerso un fatto storico: c’è una paurosa crisi delle forze della sinistra o che si richiamavano alla sinistra, se è di sinistra cancellare i diritti non so che significato possa avere. Noi saremo coerenti con quanto fatto in questi anni: noi facciamo le nostre richieste in base a ciò che riteniamo utile per i giovani, i lavoratori e per combattere la precarietà del lavoro.
Dal punto di vista sindacale il nostro problema è dire con chiarezza che c’è bisogno di cambiamenti… Non è un mistero che non abbiamo condiviso la buona scuola, non abbiamo condiviso il Jobs act. Così come una serie di riforme sul piano istituzionale. É da tempo, da troppo tempo, che diciamo che sia nei governi di destra che di sinistra non c’è una politica industriale degna di questo nome. Soprattutto nella Sicilia, il problema è far partire il lavoro, che riparte se c’è una ripresa degli investimenti pubblici e privati. Però se non c’è una politica pubblica…”.