L’obiettivo è quello di verificare e di comprendere i fabbisogni di innovazione e di formazione delle imprese vitivinicole italiane dal punto di vista delle competenze e della professionalità necessarie a far fronte alle continue sfide di mercato
VERONA – Presentata presso lo stand di Confagricoltura la ricerca Wine Monitor Nomisma dal titolo “La formazione per la competitività delle imprese vitivinicole italiane. Come cambiano le competenze professionali richieste dalle imprese vitivinicole di fronte alle nuove tendenze e ai nuovi scenari di mercato”.
La ricerca è stata realizzata in collaborazione con Enapra, ente di formazione di Confagricoltura, Intesa Sanpaolo Formazione e con il patrocinio di Foragri. L’obiettivo è quello di verificare e di comprendere i fabbisogni di innovazione e di formazione delle imprese vitivinicole italiane dal punto di vista delle competenze e della professionalità necessarie a far fronte alle continue sfide di mercato, sia dal punto di vista produttivo, sia commerciale.
“Sulla base dell’analisi dei fabbisogni – ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello presidente di Enapra – abbiamo elaborato alcune proposte concrete di formazione: una risposta alle reali esigenze di crescita delle aziende per una maggiore competitività”.
Il presidente di Enapra, Luca Brondelli di Brondello e il presidente di Intesa Sanpaolo Formazione, Renato Dorrucci, intervenuti al convegno hanno spiegato che il lavoro si divide in tre parti. Per prima cosa l’analisi dello scenario; poi la survey, che ha riguardato oltre cento aziende vitivinicole con l’analisi dei fabbisogni; infine, quattro proposte formative concrete per rispondere alle richieste del mondo produttivo.
Denis Pantini, di Wine monitor – Nomisma ha illustrato lo scenario e i risultati della survey. “Il quadro in cui si trovano ad operare oggi le imprese vinicole italiane – ha spiegato – è mutevole e soprattutto molto più competitivo rispetto al passato. Sul lato dei consumi, il mercato è divenuto da tempo globale: ormai 1 bottiglia su 2 prodotte in Italia prende la via dell’export e per quelle destinate al mercato nazionale occorre rivedere continuamente le strategie e il posizionamento alla luce delle nuove tendenze che si stanno manifestando in virtù dei cambiamenti nella consumer base (invecchiamento della popolazione, riduzione dei consumi in abbinamento ai pasti, evoluzione nelle modalità e frequenza di consumo da parte delle generazioni più giovani)”.
Il presidente della FNP Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci, partendo dall’analisi dello scenario ha rimarcato: “Ormai “exportare necesse est”; non è più (quasi) un lusso, ma un obbligo nel nostro settore. In una situazione nella quale 9 aziende su 10 prevedono di esportare e sono alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, in un processo di internazionalizzazione quasi obbligatorio, che le vede in difficoltà per reperire non solo investimenti dedicati, ma anche informazioni e capacità di gestione, i percorsi di formazione per l’elemento umano – la risorsa più preziosa per l’impresa, unitamente a una evoluzione e ad un aggiornamento tecnologico in vigna e in cantina – possono permettere di rispondere positivamente alle sfide competitive anche ad aziende di dimensioni più varie, per le quali le offerte formative quali quelle di Enapra rappresentano un servizio essenziale”.
Renato Dorrucci, presidente Intesa Sanpaolo Formazione ha affermato: “Per Intesa Sanpaolo la formazione è importante ed è strettamente collegata al nostro modo di essere al servizio del Paese, facendo leva sui suoi protagonisti. In questa dimensione la formazione può essere una delle leve con cui sostenere la crescita dei nostri clienti, delle imprese e delle loro persone.” Ha aggiunto Renzo Simonato direttore regionale Intesa Sanpaolo “Per Intesa Sanpaolo l’agricoltura, in particolare il vitivinicolo, è un settore su cui puntare per il rilancio e la crescita del nostro Paese. Per questo motivo continuiamo a promuovere interventi finanziari e consulenziali in collaborazione con i principali interlocutori del territorio, affinché le imprese del settore possano cogliere le opportunità di investimento che il mercato propone, al fine di essere competitive e vincenti sia in Italia sia all’estero”.
In buona sostanza, queste evoluzioni richiedono alle imprese vitivinicole continui aggiornamenti nelle modalità produttive e di vendita, che a loro volta risultano strettamente correlate alla capacità della stessa azienda di reperire risorse umane competenti rispetto a tali esigenze.
Ha introdotto i lavori per Confagricoltura il vicepresidente Matteo Lasagna. “Confagricoltura, rappresentativa di tutte le realtà produttive agricole, di tutte le dimensioni economiche – ha dichiarato – e Intesa Sanpaolo, la più grande Banca Italiana, non possono sottrarsi al loro ruolo di guida del processo di informazione, promozione e valorizzazione per lo sviluppo dell’innovazione e digitalizzazione in agricoltura. Lo studio che presentiamo oggi rappresenta la volontà di essere concretamente al fianco delle aziende, per sostenerne le strategie di sviluppo”.
Preziosa la collaborazione e il patrocinio del For.agri, il Fondo per la formazione continua in agricoltura, che ha sostenuto la ricerca. Stefano Bianchi, presidente del Foragri ha sottolineato l’impegno del fondo nel finanziare piani formativi innovativi finalizzati allo sviluppo. In questi dieci anni la maggior parte delle aziende vitinicole italiane si è avvalsa di percorsi formativi finanziati dal Fondo. La collaborazione con Enapra e ISF è per noi un’occasione per essere ancora più pronti a cogliere le esigenze delle aziende.
“Nei prossimi mesi – hanno concluso Michele Distefano, direttore di Enapra, e Giuseppe Bonanno, responsabile Develpment&Sales di Intesa Sanpaolo Formazione – proporremo ulteriori incontri con le aziende sui territori per far conoscere le nostre proposte con l’obiettivo di implementare l’attuale attività formativa in modo consistente già a partire dalla fine della prossima vendemmia”.