ROMA – “Chiediamo che la Rai applichi la legge dello Stato, la legge di Bilancio 2018, e faccia scorrere fino a esaurimento la graduatoria 2015”. Così dichiara il Comitato per l’Informazione pubblica, fondato da oltre cento giornalisti professionisti risultati idonei nel concorso 2015. Il Comitato ha ribadito la propria posizione in una comunicazione con cui si chiede alla Rai anche l’accesso agli atti del concorso medesimo.
“Da un triennio ormai dialoghiamo con l’azienda – prosegue il Comitato – per far valere quello che è un nostro diritto, così come dimostrato anche dal parere pro veritate redatto per noi dal Prof. Gianluca Maria Esposito, ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Salerno. La Rai nel 2015 ha fatto una selezione meritocratica, abbandonando procedure meno trasparenti, e ha stilato una graduatoria di 392 professionisti selezionati da una Commissione prestigiosa, presieduta da Ferruccio de Bortoli, e risultati in possesso dei requisiti di idoneità, accertati attraverso prove di concorso riguardanti giornalismo televisivo, radiofonico, web e social, oltre che colloqui in lingua straniera e psicoattitudinali.
L’azienda inizialmente ha dichiarato di voler assumere 100 giornalisti, poi ha affermato davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza l’intenzione di arrivare sino a 196 (201 con gli ex aequo) entro il 15 ottobre prossimo, data in cui, secondo la stessa Rai, la nostra graduatoria cesserà di avere valore. Tuttavia, leggi dello Stato e una giurisprudenza unanime vincolano l’azienda al dovere di contenere i costi delle procedure selettive, mediante lo scorrimento delle graduatorie fino a loro progressivo esaurimento. Ricordiamo in proposito che il comma 1096 della legge di Bilancio 2018 ha attribuito all’azienda il compito di “avviare, in un’ottica virtuosa di risparmio a medio-lungo termine, immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015″.
Infatti, l’ordinanza del Consiglio di Stato n. 001191/2018 ha ribadito che, per quanto riguarda il personale addetto al servizio pubblico, la Rai è equiparata in tutto e per tutto alla Pubblica Amministrazione, il che fa sorgere l’obbligo di assumere per concorso e di prorogare le relative graduatorie fino al loro tendenziale esaurimento”.
“Sono tre anni che ci comportiamo in modo responsabile – conclude il Comitato – Se la Rai non ci darà risposta entro i termini dovuti e se, peggio ancora, tornerà a metodi di assunzione meno trasparenti, faremo valere i nostri diritti in ogni modo”.