Quando l’espressione creativa riesce a unire sensazioni diverse e contrastanti, proprio perché vissute nell’unicità del singolo, ci si trova davanti a opere che, senza saperne il motivo colpiscono ad alta voce l’interiorità di chiunque posi il suo sguardo su di loro. È questo il caso dell’artista che desidero farvi scoprire oggi.
Nasce con una forte indole creativa Maria Luigia Scala, divisa in virtù delle sue origini tra centro e sud della nostra penisola e proprio per questo forse capace istintivamente di superare le differenze comunicative e di creare un linguaggio più universale, quello che supera ostacoli e barriere e parla diretto al mondo emotivo. La vicinanza all’arte è subito evidente in lei, infatti fin da piccola si dedica al disegno, alla pittura, alla musica, sviluppando una poliedricità creativa tipica di chi ha bisogno di cercare la propria strada pur senza averla ancora trovata e dunque tende a espandere le possibili opzioni per poi avere la capacità di sentire quale, tra i tanti, sia il percorso energeticamente più forte, più potente, più suo. Forse in questa ricerca viene aiutata dai suoi studi di Psicologia, dai quali probabilmente ha appreso ad ascoltarsi, a percepire con maggiore intensità quelle spinte interiori fondamentali a raggiungere la consapevolezza, il contatto tra mente e cuore, quell’importante connessione che appare evidente nei suoi lavori.
La creatività e la forte impronta fuoriescono dalle sue opere che lei definisce “in continua evoluzione” eppure fortemente riconoscibili, proprio grazie alla capacità della Scala di voler costruire una struttura solida, come altrettanto lo sono le emozioni che la legano alle sue origini e al luogo in cui attualmente vive e lavora, Gubbio, ma al tempo stesso istintiva, primordiale, energeticamente dirompente.
Creazioni come Radici, sono un’evidente celebrazione di tutto ciò che la lega alla famiglia di origine, ai luoghi in cui ha vissuto, Gioia del Colle (Puglia) e Roma, e poi ai legami che ha creato nella sua città d’adozione, la bellissima cittadina umbra di Gubbio poco fa citata, quelli che costituiscono il suo presente, i rami nati dalle forti e robuste radici che hanno gettato le basi della persona, e dell’artista, che ha saputo diventare oggi.
E ancora in Oro dei vicoli, dove la sua natura a metà tra Astrattismo e Arte Concettuale si manifesta in tutta la sua capacità espressiva, in cui sembra voler desiderare di sottolineare la ricchezza che si cela nelle piccole e strette stradine dei piccoli borghi dove ciò che conta più di qualunque altra cosa sono i rapporti umani, lo scambievole sostegno solidale che scaturisce naturalmente senza chiedere nulla in cambio se non la consapevolezza di esserci gli uni per gli altri.
O ne L’arcipelago dei pensieri sbagliati (immagine in copertina articolo) dove la Scala sembra voler ironizzare proprio sul concetto che spesso vengono ingabbiati, legati e imbrigliati, quei pensieri che alla maggior parte delle persone sfuggono, o sono sconosciuti, incomprensibili perché al di fuori dei luoghi comuni e delle concezioni notoriamente condivise, e perciò diventano pericolosi, da mettere in un angolo, verso un cielo oltre il quale sembrano più lontani e non costituiscono una minaccia alla stabilità delle certezze acquisite.
Infine mostra anche la sua capacità figurativa in opere come Ritratto, dove il volto della donna mostra tutta la sua fragilità femminea in quello sguardo assorto e nella piega della bocca che forse inconsciamente sorride a un pensiero lontano nel tempo. La materia è fondamentale per fare da contorno allo sfondo colorato delle sue opere, diviene praticamente elemento imprescindibile senza il quale l’artista non riesce e non può completare i suoi lavori, forse perché ha capito che lo spirito, l’anima, sono incompleti senza l’elemento terreno, quello solido del legno, delle pietre, dei frammenti di vetro, gesso, argilla.
Tutto è necessario per donare quell’emozione forte, intensa, che si riceve guardando i lavori di Maria Luigia Scala, che raccontano senza il bisogno di dare una forma conosciuta all’immagine, che esprimono senza la necessità di essere morbidi e carezzevoli anzi, vogliono suscitare sensazioni forti perché è così, sembra voler suggerire l’artista, che andrebbe vissuta la vita, nella coscienza che ogni momento è un momento che non torna e proprio per questo va assaporato fino in fondo.
E dunque attraverso quelle emozioni che la legano a un ricordo, a un’idea avuta tempo prima, a una notizia ascoltata, riesce a plasmare la materia che sembra entrare in perfetta armonia, come in uno strumento perfettamente accordato, con tutto ciò che è intorno, dallo sfondo del cielo ai colori di una terra lontana, e l’opera definitiva danza al ritmo delle sensazioni che suscita.
Un’artista con forte personalità e con spirito creativo in continua evoluzione che sceglie la forza della materia per narrare storie ed emozioni.
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