Uno dei simboli più popolari di sempre diviene protagonista assoluto del mondo creativo di Fabio Masotti, che lo declina e lo forgia assoggettandolo all’emozione e al messaggio che desidera comunicare a chi osserva le sue bellissime opere.
Ciò che emerge subito in modo chiaro e inequivocabile è il punto di partenza del percorso artistico di Fabio Masotti, quello della rivoluzione espressiva che ha caratterizzato la prima metà del Novecento, la rottura dello schema della figurazione per entrare nel campo del concetto, dell’astratto talmente enigmatico da aver bisogno di diventare essenziale. Materiali inediti, forme, colori a volte usati monocromaticamente altre addirittura non usati se non nella loro utilità di indicare un nuovo modo di raccontare l’arte, sono stati emblematici di un periodo in cui tutto doveva essere ristrutturato nell’ottica della libertà di espressione, slegata dalla necessità figurativa dei secoli precedenti. Poco dopo invece emerge l’esigenza di parlare un linguaggio più vicino al pubblico, più comprensibile alle persone, esigenza che trova il suo massimo nella Pop Art, nella quale i simboli maggiormente popolari diventavano icone di un’arte nuova che non poteva non conquistare. Fabio Masotti si esprime attraverso una splendida e inaspettata sintesi di questi due punti di partenza, il Concettuale con l’attenta ricerca sui materiali, e il Pop, scegliendo uno degli emblemi, se non il maggiore, di quella cultura quotidiana, icona che tanto rappresenta e ha rappresentato nell’immaginario comune: il cuore.
Un linguaggio semplice e diretto quello di Fabio Masotti, almeno nella forma più esteriore, un simbolo ripetuto e declinato in mille sfaccettature che però, a un successivo e più approfondito sguardo, nasconde concetti più filosofici più profondi, più universali sull’essenza dell’essere umano e del suo cammino attraverso la vita. Legni, metalli,
intonaci, corde, smalti, sono i materiali utilizzati dall’artista per raccontare la poesia, l’intensità di legami, di emozioni che non si fermano al cuore bensì arrivano fin nel profondo dell’anima, perché l’impatto visivo è forte, sembra quasi urlare a volte un sentimento inarginabile, laddove altre invece sembra essere lì, latente e silenzioso, a descrivere quanto la vita e la realtà contemporanea ne abbiano plasmato, e a volte nascosto, l’essenza, il significato originario e più puro. Nell’opera Legàmi è molto forte questo concetto, perché il cuore sembra intrappolato, quasi racchiuso in una realtà esterna a sé, e al tempo stesso, se guardato da un’altra angolazione esistenziale, quei legami, quelle corde sono tutto ciò che non può essere dimenticato, tutto ciò che è necessario resti attaccato per sempre a un’emotività che di alcune catene ha bisogno.
La contaminazione del vivere attuale spesso distoglie l’uomo da ciò che invece conta, allontanando la sua esistenza dalla semplicità, dalla naturalezza e dall’importanza di quella sostanza che è l’essenza della vita stessa, ciò che attraversa le barriere del tempo e resta indelebile nel ricordo.
La materia viene usata da Masotti per forgiare e scolpire il concetto, il messaggio, il racconto per immagini che, di volta in volta vuole esprimere, raccontando il disagio della contemporaneità, la perdita di valori, l’omologazione
a cui spesso viene sottoposto il sentire, quasi come se lo smarrimento dell’individualità divenisse rassicurante, come se uniformarsi fosse un modo per restare all’interno di confini che permettono di non essere soli. È proprio nell’ambito di quest’ultimo concetto che si sviluppa l’idea della mostra Pellegrinaggi, la sua mostra personale che inaugurerà a Palazzo del Bargello di Gubbio il 6 aprile 2019, in quel trovare il coraggio, la forza interiore dell’anima legata appunto al cuore, di mettersi in cammino, di intraprendere un percorso inizialmente individuale, alla ricerca di un sé che spesso necessita di solitudine per trovare più avanti il modo e il desiderio di stare anche nella moltitudine, perché è solo dopo aver scoperto se stessi, le proprie profondità, la propria forza e la propria debolezza, che è possibile stare con molti altri che non temono di affrontare lo stesso cammino.
Utilizza le mappe stradali e le carte da parati, strappate, destrutturate e poi ricomposte nella forma iconica del cuore, perché per Masotti non è importante da dove si parte e dove si arrivi, ciò che conta davvero è il movimento, l’evoluzione, il desiderio di apprendimento di tutto ciò che c’è lungo la strada; così come l’incontro con tutte le persone che durante quello spostamento accompagnano, più o meno a lungo, il nostro viaggio. Una ricerca artistica ed evolutiva di grande spessore la sua, caratterizzata da una spontanea e determinante tendenza all’innovazione che svela, al contempo, un’incredibile abilità manuale proprio per il suo scegliere e forgiare la materia per ricomporla sotto una forma inedita, rendendola funzionale alla morbidezza creativa anche quando in apparenza la sua struttura sarebbe inconciliabile con la bellezza dell’arte.
FABIO MASOTTI-CONTATTI
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MOSTRA PELLEGRINAGGI
Palazzo del Bargello-Gubbio
Dal 6 al 28 aprile 2019
Visitabile negli orari di apertura del museo
Informazioni
Email: info@museogubbio.it
Tel.: 075.9220904