Vasco oltre la leggenda, la voce di chi non ha voce

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Vasco Rossi illumina per l’ennesima volta San Siro nella seconda delle sei date previste alla Scala del Calcio, altro record. 

VASCO – Non è un caso che il titolo si metta sempre alla fine, dopo che le parole abbiano finito di sferrare colpi degni di una scherma olimpico. Non può essere un caso la delicata e, a tratti, onnipotente sensazione di poter dominare tutto e tutti attraverso parole e musica che hanno confini. E’ la magia di Vasco, quella magia volta a confondere il sacro e il profano, la magia che non impedisce alle emozioni di moltiplicarsi, la magia che fa esplodere quella rabbia e quella frustrazione intrinseca in ogni essere umano. E’ la disperazione il perno fondamentale di uno spettacolo potente (ma potente per davvero), le fondamenta di uno show immaginifico ma allo stesso tempo nudo e crudo, in pieno stile rock con schizzi decisi di Punk.

San Siro è ai suoi piedi per la seconda volta, lo sarà ancora per quattro volte (nessuno come lui), 29 volte in 29 anni in cui Vasco ha raccolto intorno a se milioni e milioni di persone soltanto in uno stadio, i record quasi lo offendono. Il suo popolo è li che lo aspetta trepidante, lo aspettato per giorni osannandolo in ogni angolo di una Milano vivace, all’interno della Metropolitane e in quelle vie dominate dal caldo e dalle canzoni del loro Dio, senza se e senza me. Due ore e mezza per dimenticare le circostanze e le situazione che l’esistenza pone dinanzi, in quadro pieno di colori vivaci per smezzare il cielo grigio che troppe volta oscura lo sguardo di chi cerca una speranza. Due ore e mezza che rappresentano uno spazio ristretto ma allo stesso tempo infinito, che non finisce qui eh. Vasco in una forma spaziale mentre intona con la sua rabbia vecchi e nuovi capolavori, una mescolanza che coinvolge le quattro (4!) generazioni presenti in quel volume d’aria immenso.

Il Komandante ed il suo popolo, uniti da una filo immiscibile che non potrà mai unirsi con il mondo circostante. Lo show è una scia a tratti mistica, un vagone carico di sogni ed un microcosmo dominato dalle celestiali e pure frasi di chi continua a scavalcare la storia. Sentirsi vivi mentre quelle parole accompagnano ogni respiro, ogni battito. Sentirsi parte integrante di un teletrasporto comune, come se fosse il rito di una tribù variegata. Vivere attraverso la musica di Vasco, colonna sonora di milioni di vite.