MILANO – Lorenzo Jovanotti è un artista unico. Quando tutto sembra che vada in una direzione, quando il successo incorona una sua idea e quando il prossimo passo sembra scritto, ecco che lo trovi da un’altra parte. Lorenzo non si ferma mai e non si accomoda mai sulle certezze cercando sempre spunti nuovi per alimentare il suo percorso artistico. Dopo il trionfo del Jova Beach e dopo il successo di una nuova frontiera di formato musicale con l’EP ‘Jova Beach Party’ con sei produttori al suo fianco, eccolo con un progetto ancora una volta sorprendente: ‘Lorenzo sulla luna’.
Un disco importante per comprendere un artista in continuo movimento che passa dall’essenzialità di un disco come ‘Oh, vita!’, alla forma live più innovativa delle feste in spiaggia con 600 mila spettatori e con il 93% del sentiment positivo, al concept album ‘Lorenzo sulla Luna’.
Un viaggio unico quello di Lorenzo, che testimonia una costante tensione verso ciò che di nuovo lo attrae e lo pone su quel crinale di novità che lo interessa e che da sempre è il segno più distintivo del suo lavoro.
L’album è prodotto da Rick Rubin, storia della musica mondiale e produttore tra gli altri di artisti del calibro di Red Hot Chilli Peppers, Linkin park, Rage Against the Machine, Adele, Ed Sheeran, Slayer e che a fine 2017 ha prodotto con Lorenzo, ‘Oh, vita!’, certificato quattro volte disco di platino. E che più recentemente ha prodotto il singolo “Prima che diventi giorno” contenuto nell’Ep Jova Beach Party, per settimane in vetta alle classifiche dei brani più suonati in radio.
Nel 1969 era piuttosto normale fare un album in sette giorni, a volte anche meno, e molti di quei dischi restano i più importanti di sempre. Poi nel tempo lo studio di registrazione è diventato un laboratorio nel quale far reagire elementi, sovrapporre strati, tagliare e cucire, perdersi in mille tentativi e ripensamenti quasi sempre destinati a ricondurre alla fatidica prima impressione che è quasi sempre quella giusta.
Oggi gli studi di registrazione sono racchiusi in un computer portatile e si espandono in rete, e questo sta facendo riemergere l’esigenza di impatto immediato che la musica popolare deve avere. L’iperproduzione è una sorta di “malattia” della musica che forse in Italia ha fatto più danni che altrove. Il viaggio di Lorenzo sulla luna è tutto analogico: è un disco prodotto come se internet non esistesse, come se non esistesse pro tools, è una playlist di pezzi messa insieme come in una cassetta, una C=46 per l’esattezza.
“Il disco – spiega Jovanotti – è fatto come se queste canzoni le avessi ascoltate in un tempo remoto e le dovessi tramandare a memoria, senza basarmi sulle registrazioni, sui dischi stessi in cui state incise È un album che parla di un futuro vintage. Il risultato è qui, nudo e crudo, molto lontano da quello che io intendo per “album di cover” ma di fatto trattandosi esattamente di questo e vivendo e nutrendosi di questa contraddizione”
E infatti ancora una volta siamo nel futuro, in un tempo sospeso, fuori da ogni logica, distante chilometri dalle hit radiofoniche a cui Lorenzo ci ha abituati con ‘Nuova era’ (prodotto con Dardust) o con ‘Prima che diventi giorno’ (prodotto con Rick Rubin) tanto per citare solo le più recenti. Lontani anche dai dogmi del mercato, e al centro dell’essenza del progetto artistico.
“Rick ha una visione radicale della musica, lo sapevo e l’ammiravo quando ascoltavo da fan le sue produzioni, ma sentire come questa cosa agisce sulla mia musica è tutta un’altra storia. Un conto è vedere un altro che si spoglia nudo e si getta nell’abisso, tutta un’altra faccenda se si tratta di te!”.
Lorenzo sulla luna è un Ufo, un’astronave arrugginita, un oggetto non identificato contro ogni logica vigente che vorrebbe un singolo forte da dare alle radio, un video, una presentazione e tutta una serie di elementi promozionali che sotto Natale, a volte, servono più della musica stessa. Ma sappiamo tutti quanto oggi sia saltato tutto, non “vige” più un bel niente, e questa è una buona notizia: ognuno faccia “come gli pare, dove gli pare e come si sente”, e comunque l’esperienza di “starne fuori”, sarà valsa la pena.
“Per me questo album è una faccenda personale, soprattutto emotiva, che non ha quasi niente a che fare con la mia carriera discografica, che è tutta da sempre concentrata (o vuole esserlo) su una mia ricerca di forme fresche per esprimere la stessa cosa, che se dovessi esprimere con una sola parola chiamerei “vitalità”. Ascoltatelo come una playlist tematica, breve e incompleta.
Si tratta di un album fatto in pochi giorni anche se contiene mezzo secolo di vita, della mia nella fattispecie, di ascoltatore di musica più che di musicista”.
‘Lorenzo sulla Luna’ esce oggi, 29 novembre, disponibile in CD, LP e LP in edizione limitata. I brani che Lorenzo ha scelto per traghettare verso un nuovo progetto sono:
- Notte di luna calante (Domenico Modugno, 1968)
- Luna (Gianni Togni, 1980)
- Accendi una luna nel cielo (Ornella Vanoni, 1976)
- Luna di città d’agosto (Jovanotti, 1997)
- L’ultima luna (Lucio Dalla, 1979)
- Chiaro di luna (Jovanotti, 2017)
- La luna piena (Samuel, 2017)
- Una notte in Italia (Ivano Fossati, 1986)
- La faccia della luna (Tre allegri ragazzi morti, 2010)
- Luna rossa (Giorgio Consolini 1950)
- Guarda che luna (Fred Buscaglione, 1959)
“C’è ancora molta strada da fare per l’imperfezione assoluta a cui aspira il mio sentimento artistico – conclude Jovanotti – ma per fortuna la luna resterà in orbita ancora per un po’ e lo spazio rimane infinito, tutto da esplorare”.