Terremoto: Curcio, “Rilanciamo CasaItalia per coordinare la ricostruzione”

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ROMA – Il dipartimento della presidenza del Consiglio CasaItalia riparte “puntando molto sulla prevenzione e soprattutto introducendo una novita’ molto importante nel nostro ordinamento”, cioe’ “si occupera’ di coordinare le ricostruzioni” cercando “per la prima volta nel nostro Paese, di immaginare una struttura che metta insieme le esperienze fatte nelle emergenze piu’ recenti per cercare di pianificare le ricostruzioni del domani”. Fabrizio Curcio, a capo di CasaItalia dallo scorso ottobre, lo dice intervistato dalla DIRE.

“CasaItalia nasce come un dipartimento che si doveva occupare di prevenzione, ma paradossalmente e’ nato a valle di un’emergenza, quindi gia questa e’ un’indicazione importante: ancora una volta il Paese parla e si occupa di prevenzione dopo che le cose sono accadute”, spiega Curcio. “In particolare CasaItalia avrebbe dovuto raccogliere l’eredita’ delle problematiche sul dissesto idrogeologico, la famosa struttura di missione ItaliaSicura, piu’ la parte sul sismico”. Insomma, “un grande dipartimento che si doveva occupare di prevenzione strutturale del Paese- sintetizza- nella realta’ dei fatti col tempo, purtroppo, l’attenzione e’ venuta un po’ meno e questo dipartimento si e’ trovato in attivita’ ridotta”.

“Oggi stiamo rilanciando CasaItalia”, prosegue Fabrizio Curcio, “puntando molto sulla prevenzione e soprattutto introducendo una novita’ molto importante nel nostro ordinamento, cioe’ CasaItalia si occupera’ di coordinare le ricostruzioni. Cercheremo, per la prima volta nel nostro Paese, di immaginare una struttura che metta insieme le esperienze fatte nelle emergenze piu’ recenti per cercare di pianificare le ricostruzioni del domani. Questa e’ la mission che ci siamo dati”.

Infatti “i terremoti non si possono prevedere ma si possono prevenire, nel senso che bisogna costruire bene – ricorda Curcio – Noi abbiamo un Paese con un altissimo patrimonio abitativo molto vulnerabile e nemmeno conosciuto perfettamente. Non abbiamo ancora un quadro effettivo e puntuale della vulnerabilita’ del Paese. Abbiamo invece gli strumenti per un percorso, un percorso che sara’ lungo, va detto in maniera chiara. La prevenzione e’ possibile solo se prima facciamo pianificazione e programmazione, non possiamo immaginare di avere un Paese che risponda sulla vulnerabilita’ in un anno o due anni. Abbiamo bisogno di pianificare, programmare e soprattutto abbiamo bisogno di una certa continuita’ amministrativa, non dobbiamo pensare che ogni volta che cambia l’assetto politico ci inventiamo strutture nuove che in qualche modo intercettano l’emergenza del momento. Credo che questi siano i requisiti per fare un buon lavoro. Sono positivo perche’ penso che gli ingredienti ci siano, e poi servira’ tanto lavoro”.