ROMA – Effetto coronavirus anche sulla già problematica crisi di Alitalia. L’emergenza legata all’epidemia arrivata dalla Cina ha infatti portato l’azienda a prendere in considerazione questa incertezza nella nuova procedura di cigs: con il risultato che la nuova cassa, che durerà altri 7 mesi, coinvolgerà quasi 4mila dipendenti. Numeri che vengono immediatamente respinti dai sindacati, che chiedono l’intervento del Governo. La procedura aperta dall’azienda e comunicata ai sindacati, prevede altri sette mesi di cigs, dal 24 marzo al 31 ottobre, per complessivi 3.960 dipendenti.
Nello specifico, si tratta di 1.175 persone (di cui 70 comandanti 95 piloti e 340 assistenti di volo e 670 del personale di terra), cui vanno ad aggiungersi un massimo di altri 2.785 dipendenti per imprevisti legati all’emergenza coronavirus: 143 comandanti, 182 piloti, 780 assistenti di volo, 1680 personale di terra.
I numeri saranno oggetto della trattativa con i sindacati. Che già preparano a dare battaglia. L’attuale cigs, che scade il 23 marzo, interessa complessivamente 1.020 persone.
Intanto c’è attesa per il nuovo bando di gara messo a punto dal commissario Giuseppe Leogrande e dal direttore generale Gianfranco Zeni. Il bando potrebbe prevedere la vendita tramite ‘spezzatino’ (dei tre asset, volo, manutenzione e handling) oppure un lotto unico. Il bando definirà anche la tempistica dell’iter per arrivare pronti al termine del 31 maggio. Il futuro acquirente di Alitalia non dovrà sobbarcarsi la restituzione degli 1,3 miliardi di prestito ponte, che rimarranno in carico alla bad company.