PADOVA – Don Marco Pozza, cappellano del carcere di Due Palazzi di Padova, è intervenuto questa mattina in diretta RTL 102.5 durante “Non Stop News” facendo ascoltare – in esclusiva per la prima radio d’Italia – il messaggio inviato da Papa Francesco in risposta alle meditazioni fatte preparare dalla comunità del carcere per la Via Crucis di questa sera.
“Le meditazioni sono state scritte dalla comunità del carcere di Padova, quindi non solo da detenuti ma da tutta quella comunità composta anche da tutte quelle persone che cercano di vincere la sfida della rieducazione – ha detto Don Marco Pozza – magistrati, imprenditori, volontari, agenti di polizia penitenziaria, mamme di persone detenute, figlie di persone detenute e, soprattutto, una stazione molto delicata scritta da un sacerdote che per otto anni ha dovuto difendersi da un’accusa ingiusta e, alla fine di un processo per vie ordinarie, è stato assolto. Quindi è un’immagine bella e più significativa di cosa significa, a volte, condannare a morte una persona innocente. E’un’idea nata dal Santo Padre in tempi non sospetti, quando il virus nessuno sapeva che sarebbe arrivato, e oggi ha un pizzico di profezia. Nessuno avrebbe immaginato che il Venerdì Santo, in una Piazza San Pietro carcerata, con un Papa carcerato in Vaticano, con il mondo agli arresti domiciliari a casa, le persone che hanno perduto la libertà sarebbero state loro a rischiare di parlare al cuore di questa umanità. Questa è stata la firma messa dallo Spirito Santo su questa intuizione di Papa Francesco.
Questo il messaggio da Papa Francesco in risposta alle meditazioni della comunità del carcere Due Palazzi di Padova per la Via Crucis:
Cari amici della Parrocchia Due Palazzi di Padova, ho letto le meditazioni di cui avete fatto dono tutti insieme. Ho preso dimora nelle pieghe delle vostre parole e mi sono sentito accolto, a casa. Grazie per aver condiviso con me un pezzo della vostra storia. Dio racconta di sé e ci parla dentro una storia, ci invita all’ascolto attento e misericordioso.
Voglio ringraziarvi, anche perché avete disperso i vostri i nomi non sul mare dell’anonimato ma delle molte persone legate al mondo del carcere. Così, nella Via Crucis, presterete la vostra storia a tutti colori che nel mondo condividono la medesima situazione.
È consolante leggere una storia nella quale abitano le storie, non solo delle persone detenute, ma di tutti coloro che si appassionano per il mondo del carcere.
Insieme è possibile.
Insieme.
Vi abbraccio forte.
Anche se sono certo che Don Marco ve lo ricorda sempre, ve lo chiedo: pregate per me.
Vi porto sempre nel mio cuore.
Grazie.
“Leggo le parole di Papa Francesco come parole che sono la soddisfazione di una comunità intera che, nell’attesa di credere che i morti risorgeranno, si sforza tutti i giorni di aiutare i viventi che sono caduti per terra a risorgere, a rimettersi in piedi – ha aggiunto Don Marco Pozza – Per noi è stato un privilegio poter mettere nelle mani di Pietro, del Papa, queste storie, e sarà un privilegio questa sera con lui – in una piazza solo apparentemente vuota – far passare questa croce di stazione in stazione e vivere, assieme con lui, il dramma di tutti i crocifissi della storia e di tutti i crocifissori.