Attivato per la prima volta il servizio gratuito di supporto psicologico via Skype per aiutare personale sanitario e pazienti colpiti dalla malattia
ROMA – Infermieri e medici allo stremo che non vedono un’uscita dal “tunnel” Covid, figli inconsolabili per la morte del genitore a cui non hanno potuto dare l’ultimo saluto, la difficoltà della quarantena che può sfogarsi in comportamenti violenti, la scoperta di tradimenti prima più facili da nascondere. L’Università Niccolò Cusano è vicina alle persone più colpite dal coronavirus grazie al nuovo servizio online gratuito di supporto psicologico per il personale sanitario e i pazienti positivi al Covid-19. Tante le storie, i drammi personali e le ansie di chi ha vissuto la malattia e che trova negli specialisti dell’ateneo il supporto necessario per superare il trauma.
A capo del progetto, che coinvolge diverse figure professionali ed è candidato all’EMDR Europe, una fra le massime società scientifiche internazionali nel campo della psicotraumatologia clinica e sperimentale, sono Rinaldo Perri, psicoterapeuta e ricercatore di neuropsicologia all’Università Niccolò Cusano, e Antonio Onofri, psichiatra dell’Ospedale Santo Spirito e del centro clinico De Sanctis di Roma.
Erogazione del trattamento via Skype, precocità dell’intervento e possibilità di studiare gli effetti della pandemia sulle persone sono i punti di forza del progetto Unicusano. Il ricorso a sedute terapeutiche tramite pc ha il vantaggio di poter raggiungere il paziente direttamente a casa propria e su tutto il territorio nazionale, rispettando così anche le disposizioni attuali che limitano gli spostamenti. La modalità online, inoltre, permette di trattare il trauma acuto, ancora in corso, con benefici per chi si rivolge al servizio (prevenire il consolidamento della memoria traumatica e l’evoluzione verso condizioni psicopatologiche più severe).
L’iniziativa dell’Unicusano, avviata con la Fase 2 del governo Conte, ha già raccolto molte testimonianze e gli specialisti hanno potuto così tracciare un primo bilancio delle patologie che colpiscono i pazienti.
“L’isolamento sociale ha prodotto molti nuovi sintomi come irrigidimento, riacutizzazione se non esasperazione di disturbi già presenti nelle persone e, allo stesso tempo, abbiamo visto l’accentuazione dI molte paure”, spiega il professor Perri. “I pazienti agorafobici si sono felicemente rinchiusi in casa e hanno vissuto la ‘piacevole’ sensazione di non sentirsi diversi dagli altri, i cosiddetti ‘washer’ hanno intensificato le pratiche di disinfezione arrivando ad estremi quasi psicotici lavando, per esempio, il pavimento dietro e davanti a loro stessi”.
“Poi ci sono gli ansiosi – continua il docente – che hanno foderato la casa di plastica all’arrivo di un idraulico o di un elettricista, gli ipocondriaci che ritengono di essere affetti da Covid-19 pur non avendo sintomi direttamente connessi”.
È poi emerso un altro effetto devastante del coronavirus, avverte Rinaldo Perri: molte coppie, complice la maggiore vicinanza e la difficoltà di celare le conversazioni, hanno scoperto l’infedeltà del partner.