Migliori condizioni di lavoro e garanzia dei diritti, valorizziamo i medici e gli infermieri

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papa francesco

ROMA – Le parole del Papa, gli “Sguardi da non dimenticare” e la riconoscenza del ministro Speranza: “La sfida Covid ha il vostro volto”. Il 12 maggio, bicentenario dalla nascita di Florence Nightingale, innovatrice e fondatrice dell’infermieristica moderna, è stata la “Giornata Internazionale dell’Infermiere”. In Italia quasi 12 mila gli infermieri contagiati, 39 i deceduti, 4 sono morti togliendosi la vita.

E la Croce Rossa ha lanciato l’appello al governo: “Protegga i sanitari”. Papa Francesco ha pregato per loro durante la messa giornaliera a Santa Marta. “Preghiamo oggi per gli infermieri e le infermiere, che è più di una professione, è una vocazione, una dedizione. In questo tempo della pandemia hanno dato esempio di eroicità e alcuni hanno dato la vita”.

In un messaggio ha poi scritto: “Quotidianamente assistiamo alla testimonianza di coraggio e di sacrificio degli operatori sanitari, in particolare delle infermiere e degli infermieri, che con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità e amore per il prossimo assistono le persone affette dal virus, anche a rischio della propria salute. Ne è prova il fatto che, purtroppo, è elevato il numero degli operatori sanitari che sono morti nel fedele compimento del loro servizio”.

Coraggio e sacrificio ampiamente testimoniati in tutti questi mesi di dura lotta al terribile virus. Nemico invisibile. Pericolosissimo. Infermiere e infermieri in prima linea non solo in questa emergenza mondiale. “Da sempre gli infermieri svolgono un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria. Ogni giorno, a contatto con gli ammalati, sperimentano il trauma che la sofferenza provoca nella vita di una persona. Sono uomini e donne che hanno scelto di rispondere “sì” a una vocazione particolare: quella di essere buoni samaritani che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori della vita, mentre somministrano le terapie necessarie, infondono coraggio, speranza e fiducia”.

In questi mesi “i servitori della vita”, come li ha definiti il Papa, si sono resi protagonisti di tanti episodi “eroici”, unanimemente sono stati riconosciuti.

Costante attenzione verso il paziente e le sue problematiche. Il Pontefice: “Prendendovi cura di donne e di uomini, di bambini e anziani, in ogni fase della loro vita, dalla nascita alla morte, siete impegnati in un continuo ascolto, teso a comprendere quali siano le esigenze di quel malato, nella fase che sta attraversando. Davanti alla singolarità di ogni situazione, infatti, non è mai abbastanza seguire un protocollo, ma si richiede un continuo – e faticoso! – sforzo di discernimento e di attenzione alla singola persona”.

Sforzi faticosi raccontati anche dalle foto. Che commuovono e fanno riflettere e fanno capire l’insostituibile ruolo degli infermieri. “Possa questa ricorrenza – ha scritto papa Francesco – porre al centro la dignità del vostro lavoro, a beneficio della salute dell’intera società”.

Il riconoscimento della dignità del lavoro delle infermiere. Tante le immagini significative che abbiamo visto e che hanno mostrato e mostrano proprio questo specifico significato ed alto valore umano e sociale. Ritornano in questo momento alla mente. Ad esempio la foto “Sguardi da non dimenticare” della brava infermiera calabrese appassionata di fotografia Marianna Loria, più volte premiata, che proprio il 12 maggio, in occasione della “Giornata Internazionale dell’Infermiere” l’ha opportunamente riproposta su Facebook.

“Uno scatto fotografico per esprimere la mia gratitudine ai colleghi professionisti della salute, che ogni giorno lottano in prima linea contro il Covid-19”. Marianna è infermiera, con laurea in Scienze Infermieristiche all’Università di Catanzaro. E ha fatto la foto-racconto ad una collega infermiera. Oltre a ricevere un prestigioso premio di fotografia, è stata utilizzata come foto di copertina di un premio fotografico nazionale di solidarietà anti-virus, il cui ricavato andrà alla Protezione Civile.

“In questo scatto – ci ha confidato recentemente la fotoamatrice-infermiera di San Giovanni in Fiore – c’è forse solo una parte di ciò che le persone che svolgono funzione medica stanno vivendo. È un’immagine che contiene in sé innanzitutto lo “stupore”, nell’accezione vera del termine, quel senso di meraviglia e sorpresa tale da annientare persino la parola. Quello che ognuno ha sentito quando la cappa di piombo del contagio è calata sul mondo. Gli occhi esprimono uno stato di sospensione e di tensione al contempo, che lasciano intendere di essere pronti all’ azione, quella quotidiana della cura dell’altro”.

Come ha sottolineato anche il Papa. Contro il Coronavirus è fondamentale il ruolo degli operatori della sanità. Salvate migliaia di vite. Pagato finora un tributo molto alto da medici e infermieri.

“C’è la consapevolezza – riportiamo ancora il pensiero di Marianna Loria – che tutti siano stati colti di sorpresa. Quando però medici e infermieri si sono trovati come naufraghi di fronte a un’onda troppo alta, non si sono tirati indietro. Anzi. Si dice che abbiano combattuto a mani nude, ed è vero. Senza dispositivi di protezione individuali, e poi reinventandosi “l’ospedale nell’ospedale” ancor prima che arrivassero direttive univoche e soprattutto certe nella gestione nei presidi ospedalieri. Ecco perché sono morti. E quando si scrive e si dice “da eroi”, non è retorica”.

Ci inchiniamo ed onoriamo quanti “sono morti nel fedele compimento del loro servizio”. Papa Francesco ha ribadito con molta chiarezza: “È importante riconoscere fattivamente il ruolo essenziale che questa professione ricopre per la cura dei pazienti, l’attività di emergenza territoriale, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute, l’assistenza in ambito familiare, comunitario, scolastico. Gli infermieri e le infermiere, come pure le ostetriche, hanno diritto e meritano di essere meglio valorizzati e coinvolti nei processi che riguardano la salute delle persone e della comunità”.

Valorizzazione e maggiori investimenti nella sanità. Una necessità emersa ancor di più e chiaramente in questi ultimi mesi. Ancora il Papa: “È dimostrato che investire su di essi migliora i risultati in termini di assistenza e di salute complessiva. Occorre, pertanto, far crescere il loro profilo professionale, fornendo idonei strumenti a livello scientifico, umano, psicologico e spirituale per la loro formazione; come pure migliorare le loro condizioni di lavoro e garantirne i diritti affinché possano svolgere in piena dignità il loro servizio”. Abbiamo sentito tante belle parole, tanti elogi, tante promesse. É ora di passare concretamente ai fatti, con una seria programmazione, proiettata nel futuro, dopo i tanti, troppi tagli indiscriminati!

A cura di di Domenico Logozzo già Caporedattore centrale TGR Rai