Pubblicato per Luminol Records il settimo album della storica band campana. Jazz, folk, rock e musica elettronica per la prog band
Un album che si presenta in maniera notevolmente diversa rispetto ai predecessori, e soprattutto rispetto al precedente Canzoni allo specchio, uscito ben otto anni fa. Il duo fondato da Lucio Lazzaruolo e da Raffaele Villanova torna in pista con una raccolta densa di contenuti e di nuove influenze: definito un vero crossover trasversale tra jazz e rock, Let Them Say si è arricchito notevolmente grazie alla partecipazione di diversi artisti internazionali che hanno preso parte alla fase studio.
Alle registrazioni hanno preso parte musicisti – ricordiamolo, è un album strumentale – come la violinista Nadia Khomutova e la violoncellista Kaitlyn Raitz, oltre alla band composta dagli italiani Francesco Margherita, Simone Pizza, Luciano Aliperta e Giuseppe D’Alessio. Spicca inoltre la partecipazione del gruppo vocale denominato Gesualdo Consort, diretto da Marco Berrini.
Otto anni di assenza sono certamente lunghi, ma non si è trattato certo di un periodo di vana attesa; in questo periodo i due autori hanno avuto modo di aprirsi a nuove frontiere di sperimentazione musicale, adoperando nuove chiavi di lettura: “Se per progressive si intende un continuo sguardo all’indietro rivolto a un periodo ormai finito da tempo, con i riferimenti obbligati e quello che molti si aspettano (mellotron, chitarre sognanti, flauti sussurranti…) ormai non siamo più progressive, e da un bel pezzo. Se invece intendiamo il prog in un’accezione più ampia, come tentativo di tenere presente l’evoluzione della musica, di essere maggiormente personali, di incrociare vari generi musicali, rendendoli in modo equilibrato, allora siamo più prog che mai”.
Tradizione sì, ma mai col torcicollo: innovare. Innovare sempre. Questo sembra essere il messaggio del gruppo. Il loro progressive rock ha subito diverse contaminazioni, non insensibili – del resto – neanche al fascino della letteratura e del cinema: ambiti nei quali i Notturno Concertante hanno pure collaborato in questi ultimi anni. Musica intesa quindi nel senso artisticamente più ampio – ed interattivo – della parola: basti pensare alla traccia 5, Fellow Travellers; originariamente concepita come un commento sonoro per un racconto della scrittice e poetessa Giovanna Iorio.
Al Notturno Concertante sembra stia stretto anche il concetto stesso di lineup nel senso tradizionale del termine: nati come un duo acustico all’inizio degli anni ’80, i Notturno Concertante si sono col tempo evoluti sino a diventare una vera band. Undici tracce per oltre 44 minuti di pura e ricercata musica; Let Them Say è un album pubblicato con Luminol Records.