Italia nel disastro, l’Istat fotografa la povertà

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Logo IstatROMA – L’Italia conta poco più di 60 milioni di abitanti di cui oltre il 7% dei residenti è in povertà assoluta cioè non dispone delle risorse necessarie per il primario sostentamento umano. La povertà assoluta ha afflitto soprattutto le famiglie con 4 componenti ossia 2 adulti con 2 figli.

“Pare che sia dal 2005 che questa situazione vada avanti, non è il caso di prendere opportuni provvedimenti che non riguardano solo la pressione fiscale a danno delle imprese e delle famiglie?”, si chiede Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti.

Dalla fotografia dell’Istat è venuta fuori anche una forte povertà relativa, ossia difficoltà di fruizione di determinati servizi in base all’ambito territoriale. Siamo da sempre abituati a etichettare il mezzogiorno d’Italia come simbolo della povertà ma dall’ultima rilevazione pare che le cose stiamo cambiando, la povertà la sentono anche a Nord.

“A Nord le ditte che sono costrette a chiudere lasciano senza lavoro e certezze tante persone. Al sud sembrerebbe essere vissuta meglio la situazione perché abituati da sempre al precariato e alla mancanza di certezza economica. La sostanza non cambia, però, l’Italia è una dal 1861 con diverse necessità e peculiarità, bisogna agire e in fretta. Non possiamo rimanere apatici davanti a gente che pensa di risolvere il problema togliendosi la vita, davanti a gente che vuole lavorare mettendosi in proprio ma non può perché gli viene negato credito perché segnalato. Tutte le fasce di età hanno bisogno di lavorare. Con il lavoro si produce reddito, si comprano beni, servizi e si possono pagare anche tasse imposte e altro. I sindacati in 10 anni avrebbero fatto molto per i loro portafogli e poco per quello degli italiani. È ora di cambiare rotta”, conclude amareggiato Finocchiaro.