Affermatosi come attore teatrale, Proietti ebbe anche esperienze sul piccolo schermo. Noti i suoi monologhi, tra cui “Toto e la sauna”
ROMA – Gigi Proietti ci ha lasciato lo scorso 2 novembre, proprio nel giorno in cui il mondo della cultura stava celebrando il suo ottantesimo compleanno. Comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico e insegnante ma soprattutto, in tutti i tuoi, ironico e sagace, colto e raffinato, aveva la capacità di trasformare uno spunto anche banale in una circostanza divertente, a volte inventando le parole che risultavano comprensibili soltanto grazie alla mimica.
Affermatosi come attore teatrale, ebbe anche esperienze nel campo televisivo, al quale si dedicò fugacemente tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta: prese parte allo sceneggiato Il circolo Pickwick di Ugo Gregoretti, collaborazione che proseguì successivamente con esperienze televisive di minor rilevanza. Tra gli anni settanta e gli anni ottanta fu inoltre protagonista di svariati spettacoli di successo come Sabato sera dalle nove alle dieci, Fatti e fattacci, Fantastico e Io a modo mio. Verso la fine degli anni settanta ha anche aperto il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, che ha visto tra i suoi allievi numerosi personaggi divenuti poi volti noti dello spettacolo italiano.
Nonostante il sodalizio con il cinema non abbia spesso dato i frutti sperati, ha raggiunto la consacrazione cinematografica nel 1976 con il celebre Febbre da cavallo, nel ruolo dell’incallito scommettitore Mandrake, che con il passare degli anni è divenuto un vero e proprio film di culto, che ha ripreso nel 2002 anno nel quale ha iniziato un forte sodalizio con i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina. A partire dagli anni novanta, parallelamente al successo ottenuto in teatro, è stato protagonista di svariate serie televisive di successo, prima fra tutte la serie RAI Il maresciallo Rocca.
I suoi monologhi sono divenuti un vero classico per gli spettatori: tra questi “cavalli di battaglia” c’é sicuramente “Toto e la sauna” nel quale, in un italiano approssimativo, racconta la disavventura dell’amico (Toto, diminutivo insolito di Gerardo) che era entrato in una sauna (“Ma faranno bene ‘sti bagni turchi?”) nonostante gli amici gli ripetessero: “Ma nun entrà… ma lassa perde… ma chi te lo fa fa’… basta! Entrato nella sauna (“Giovinotti, aspettateme qui, che io fra ‘na menz’ ora arisorto”), di Toto non si aveva più avuto notizia fino a che Proietti aveva cominciato a preoccuparsi (“So’ dieci ore, io me comincio a preoccupà”). Fu allora che gli amici entrarono nella sauna ma di Toto nemmeno l’ombra finché per terra non scorsero qualcosa: l’asciugamano di Toto (“Là pe’ terra ce stava l’ asciuttamano de Toto!”). Ma sotto l’asciugamano non c’era rimasto niente, soltanto un po’ d’acquetta. “Toto s’ era liqueso!”, liquefatto.
Il video che riportiamo è a cura della Rai attraverso Rai Play pubblicato il 4 giugno 2018.