“La bocca del cuore”, il nuovo singolo di Matteo Faustini

217
matteo faustini
Matteo Faustini – foto di Marco Piraccini

“Il perdono è difficile da ottenere, ma ancora più difficile da dare. È molto più facile aggrapparsi al rancore. In questo brano parlo di amore, quello vero, quello che perdona”

È in radio “La bocca del cuore”, il nuovo singolo del cantautore Matteo Faustini, estratto dall’album di esordio “Figli delle favole” (Dischi dei Sognatori, distribuito da Warner Music Italia). “La bocca del cuore”, scritto interamente da Matteo Faustini, è un brano che racconta la fine di un’intensa storia d’amore, un ultimo addio alla persona profondamente amata che ha lasciato un’impronta digitale nella vita e nel cuore del cantautore.

Matteo Faustini ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“La bocca del cuore” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

La bocca del cuore è un brano di malinconica accettazione. Accettare che un amore finisca è il prezzo da pagare per averlo provato. Senza rancore, rabbia o senso di vendetta, ma ringraziando il bene che quell’amore ci ha dato e trasformando il male in insegnamento.

Il brano è estratto dall’album di esordio “Figli delle favole”, com’è strutturato?

“Figli delle Favole” è un concept album in cui viene utilizzato il pretesto del mondo e delle metafore che più ci legano alla nostra infanzia per comunicare valori e insegnamenti nei quali credo profondamente. I temi trattati spaziano dal valore della vita e di ogni singolo giorno, alla lotta contro il bullismo, l’omofobia e il razzismo, la paura di crescere quando invece dovremmo imparare a tornare bambini con la coscienza di un adulto, l’amore e le sue forme più pure e costruttive.

Il singolo ha anche un video, com’è impostato?

Il video è la fedele rappresentazione del mio processo di accettazione, passando dal rifiuto e dalla rabbia. La bocca del cuore è più sincera di quella della faccia e il video rappresenta l’accettazione e il perdono che non teme l’amore anche se perduto, ma lo ringrazia perché dà modo di migliorarsi.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Non ci si può avvicinare a qualcosa che ci appartiene, perché è dentro di noi. Così è stato per me e la musica. La grande svolta è avvenuta quando a 20 anni ho provato per la prima volta a scrivere un brano, e farlo mi ha salvato la vita.