ASTI – Nei giorni scorsi si è conclusa con due denunce alla Procura della Repubblica di Alessandria, per illeciti ambientali, un’attività di polizia che ha visto coinvolti i Comandi Stazione della Forestale di Canelli e di Nizza Monferrato.
A seguito di segnalazione di roghi notturni avvistati nelle vicinanze della strada provinciale che collega Moasca a Canelli, i Forestali provvedevano a ispezionare un cortile di privata abitazione, rinvenendo effettivamente varie aree al suolo con tracce evidenti di recente combustione di rifiuti.
Vi si trovavano, ancora non combusti, residui di porte e finestre nonché bidoni pieni di elementi in gomma e plastica, quali cavi per batterie di auto, pronti per essere bruciati e per ricavarne gli eventuali residui metallici.
Ma quello che più colpiva l’attenzione del personale operante era la mole e la varietà di rottami ammassati nelle pertinenze dell’abitazione, frutto di una continua attività di gestione rifiuti svolta senza alcuna autorizzazione: dai materassi alle biciclette, dalle parti di ricambio di veicoli alle bottiglie di vetro, dalle bombole di gas vuote ai sanitari usati, tanto che risultava difficile per gli agenti intervenuti censire gli oggetti, per lo più in condizioni inservibili.
Nel corso delle operazioni, a conferma dell’attività che si svolgeva abitualmente in quel sito in assenza di specifica autorizzazione, si presentava sul posto un soggetto che, noncurante della presenza degli uomini in divisa, conferiva per lo smaltimento rifiuti metallici vari. L’ispezione della Forestale ha consentito di rinvenire nell’area anche tre veicoli in stato di abbandono, su cui gli accertamenti sono ancora in corso. Ulteriori indagini seguiranno per la ricostruzione della filiera dei materiali di scarto rinvenuti.
Il fuoco veniva usato come strumento per disfarsi, in modo rapido ed economico, dei rifiuti raccolti e accumulati ma anche per ricavarne i materiali più “preziosi”, resistenti alla combustione, come i metalli, in una sorta di attività di “recupero” artigianale. Non solo trattasi di attività illecita in quanto non autorizzata, ma anche dannosa per i fumi liberati nell’aria, potenzialmente tossici. È per questo che la combustione illecita di rifiuti è punita in modo più severo rispetto alle altre forme d’illecito smaltimento.