“Mi rendo conto che la mia generazione ha molta difficoltà nell’approcciare con la persona che ci interessa o per cui proviamo dei sentimenti”
Dal 23 aprile è disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica “Sogni Rotti” (Greylight Records), il primo brano di Carnevali. La tecnologia ci ha portati in una società dove riuscire a comunicare di persona è diventato pressoché impossibile. I giovani di oggi, si vivono attraverso i social e hanno paura di confrontarsi tra loro. Spesso dimostrano interesse mettendo un semplice “like” ad un post. E quando si tratta d’amore, tutto diventa ancora più difficile. Il brano descrive l’amarezza nel non riuscire più a relazionarsi come un tempo, quando non esistevano smarthphones e l’unico desiderio era incontrarsi, parlarsi, conoscersi e, magari, finire per innamorarsi.
Carnevali ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Sogni Rotti” è il tuo primo brano, di che cosa si tratta?
Si tratta di una serie di idee e pensieri che mi sono venuti spontanei scrivere, in seguito un momento particolare della mia vita. In seguito, gli autori (Fabio Serri, Lorenzo Moccia e Mattia Mitrugno) hanno concretizzato il tutto, tirando fuori il pezzo.
Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?
Sicuramente non sai mai cosa puoi dare, ma quanto puoi dare nel trasmettere qualcosa. Io penso che sia già tanto riuscire a trasmettere qualcosa.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Devo ancora metabolizzare il tutto, ed essendo la mia prima volta, non so cosa potrà succedere o che riscontro potrà avere la canzone. Sicuramente spero che sia positiva.
Come ti sei avvicinato alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica all’età di cinque anni, studiando i grandi classici del pianoforte, da Chopin a Rachmaninoff. Tutto questo avvenne grazie ai miei genitori che mi sostennero fin da quando ero in etá prematura e anche tutt’oggi.