Le 40 canzoni più belle di Vasco Rossi

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In attesa della raccolta per i 40 anni di carriera, ecco le quaranta migliori canzoni di Vasco Rossi secondo noi

Le 40 canzoni più belle ed importanti nella carriera di Vasco Rossi

Vasco Rossi l’11 novembre pubblicherà la sua raccolta antologica, Vasco Non Stop, per festeggiare i quarant’anni di carriera. In questi anni il rocker di Zocca ha scritto tanti capolavori che non hanno bisogno di classifiche e presentazioni ma noi abbiamo voluto scegliere le 40 canzoni più belle ed importanti nella carriera del Kom dividendole in quattro periodi.

PRIMO PERIODO

La nostra relazione (1978): E’ la prima canzone del primo album di Vasco. Narra di una storia d’amore che ormai è alla fine e, che nessuno dei due amanti, ha più voglia di proseguire.

Albachiara (1979): E’ la canzone più conosciuta del Blasco anche da quelli che non si professano suoi fan. La canzone è dedicata ad una ragazza che Vasco vede sempre scendere dalla corriera mentre lui è impegnato con gli esami universitari. Quella ragazza colpisce Vasco a tal punto che imbraccia la chitarra e inizia a far uscire le parole pensando che quella era l’emblema dello stereotipo femminile di quel tempo: una ragazza acqua e sapone ma che dentro nasconde la sua intimità come sottolinea la frase finale: “Tu sola dentro la stanza e tutto il mondo fuori.” E’ la canzone che da sempre chiude i concerti di Vasco.

Fegato Fegato Spappolato (1979): La canzone fa parte dell’album Non siamo mica gli Americani racconta lo sballo e l’autodistruzione. Si può definire la prima canzone spericolata di Vasco.

Colpa d’Alfredo (1980): Con questo album, ma soprattutto con questa canzone arriva la svolta rock di Vasco. Con questa canzone il rocker di Zocca porta nei dischi il linguaggio reale, il linguaggio violento della notti passate nei bar e nelle discoteche. La parola negro non indicava, come tutti gli altri pensavano, un’espressione razzista. E’ un pezzo durissimo che Vasco scrive insieme a Massimo Riva e, a causa di questa durezza, viene censurato.

Anima Fragile (1980): Una canzone struggente che non ha bisogno di particolari presentazioni. Tutti pensano che Vasco la dedichi al padre scomparso ma in un’intervista egli stesso affermerà che la canzone parla di una ragazza. L’interpretazione di Vasco in sala di registrazione, insieme a Curreri che suona il piano, è una delle più emozionanti della sua carriera.

Siamo solo noi (1981): E’ una delle canzoni-manifesto del Kom che scrive questa canzone al termine di un concerto andato male: Vasco si chiude in camera, piange e da li viene fuori la canzone più rock nel panorama italiano secondo la rivista Rolling Stone. Iconica.

primo periodo

Ogni volta (1982): Vasco è allungato nel suo letto, è tardi ma non ha nessuna voglia di dormire perché non ci riesce e, con la solita chitarra in mano, prova a farsi compagnia creando qualche giro interessante a cui accompagna anche delle frasi. Nasce Ogni volta. Lui non pensa di farla sentire a nessuno perché è un’esperienza privata e forse nessuno la capirebbe ma, quando finalmente si fa coraggio, e la fa sentire ai suoi amici questi rimangono estasiati. Come accade tutt’ora a chi la ascolta.

Canzone (1982): Questo è il brano che Vasco dedica al padre morto d’infarto nel 1979 mentre è sul camion a lavorare. Una musica meravigliosa accompagnata dalla voce candida di Vasco che pian piano diventa sempre più forte fino ad affogare nella rabbia e nellla tristezza pensando a qualcosa che non tornerà più indietro. Questa canzone viene dedicata ad ogni concerto a Massimo Riva, morto nel 1999 per overdose.

La noia (1982): Si tratta di un dialogo che Vasco immagina di avere con un amico d’infanzia rimasto al paese dal quale invece lui è fuggito appena ha potuto, nel tentativo di sfuggire anche alla noia. Nella prima parte del testo è Vasco a parlare mentre nella seconda e l’amico che gli risponde

Vado al Massimo (1982): E’ la canzone che fa conoscere Vasco al grande pubblico quando la proprone a Sanremo con un esibizione mirata a scandalizzare quella platea cosi ordinata e ben pensante. La canzone non desta grande interesse ma sarà il trampolino di lancio per  la carriera di Vasco.

Secondo periodo

SECONDO PERIODO

Bollicine (1983): E’ la canzone che da il titolo all’album italiano più bello di sempre secondo Rolling Stone. Basta solo dire questo.

Vita Spericolata (1983): Vasco definirà questa la canzone della sua vita e probabilmente è cosi. Anzi sicuramente. Una canzone che arriva come un terremoto nella società di quel tempo, una canzone decisa a ribaltare gli stereotipi perbenisti di chi predica bene e razzola male. La canzone nasce dopo l’annullamento di un concerto a Cagliari causa pioggia, Vasco è in macchina, infila il nastro con la musica e dopo mesi e mesi di prove si fa una domanda: “Ma io che vita voglio?”. Nasce il capolavoro. Penultima a Sanremo.

Una canzone per te (1983): La ragazzina che ogni giorno Vasco, dalla finestra di casa, vedeva scendere dalla corriere compie 18 anni e Vasco, che fino ad allora non le ha mai detto niente, si fa coraggio e le dice che Albachiara era per lei. La ragazza, comprensibilmente, non gli crede, e allora lui torna a casa e decide di scriverle Una canzone per te.

Va bene, va bene cosi (1984): Vasco è in un periodo in cui fa abuso di cocaina in maniera pesante e butta giù un quantitativo di anfetamine esagerato. Il titolo della canzone è un modo di dire che in realtà non andava bene nulla e ,infatti di li a poco, verrà arrestato per la detenzione di 26 grammi di cocaina.

Dormi dormi (1985): Una della canzoni più dolci di Vasco accompagnata dalla musica di Maurizio Solieri. Il testo sembra alludere a un rapporto squilibrato in cui lui, pur di stare con lei, è disposto ad offrirle del denaro. Non si capisce se si tratti di un cliente innamorato di una prostituta o più probabilmente di un innamorato che è disposto a tutto.

C’è chi dice no (1987): Dopo l’esperienza della droga Vasco si prende un po’ di tempo per sé, per rivedere vecchi amici e per ritrovare la vena poetica che, dopo Cosa Succede in città, sembrava essersi abbassata. Si dicono tante cose su di lui, dicono che sia impazzito, finito ma lui torna e lo fa con una delle sue canzoni più belle : C’è chi dice no. Una canzone che riprende il concetto già trattato da Primo Levi in “Se questo è un uomo” e che rimane in vetta alle classifiche per molti mesi .

Ridere di te (1987): La canzone fa parte dell’album C’è chi dice no ed è caratterizzata da una musica meravigliosa che a Vasco ricorda quella di Una canzone per te e infatti, nello scrivere il testo, ripropone un dialogo con una ragazza più giovane. La differenza di età è l’argomento centrale del testo ma se prima è lui a domandarsi se fa bene a ridere di lei, nel finale gli viene in mente che forse anche lei ride di lui e delle sue fantasticherie.

Brava Giulia (1987): Vasco racconta questa canzone in un’intervista: “Era un periodo che giravo e leggero sempre delle scritte sui muri. E allora nella canzone “Brava Giulia” l’ho fotografata subito in maniera ironica, provocatoria.”

TERZO PERIODO

Terzo periodo

Liberi Liberi (1989): Dopo l’uscita dell’album “C’è chi dice no” Vasco rompe con la Steve Roger Band e si ritrova a produrre il suo primo album da solo: Liberi liberi. Più che una canzone questo è un viaggio della disillusione come fa ben capire il video in cui centinaia di persona sono impegnati a costruire una torre bendati, senza poter vedere la realtà per quella che è. Vasco aiuta una ragazza in cima alla torre a togliersi la benda e scappare lontano, lontano per vedere il crollo della torre ovvero il crollo delle illusioni. Nel finale due bambini ricominciano a costruire la torre, tornano ad illudersi. Il ritornello è tutto un programma: “Liberi, liberi siamo noi però liberi da che cosa?”

Dillo alla luna (1989): La canzone è un invito a dire le cose come stanno, senza girarci intorno, evitando di ingannare se stessi e gli altri. Con un piccolo aiuto della luna che forse può dare sempre una mano quando la realtà non è quella che si sogna ma bisogna pur affrontarla.

Guarda dove vai (1990): E’ un canzone in cui Vasco sembra ritrovare l’autostima, o quanto meno l’auto-accettazione che, in quella fase, sembrava aver perso. Poche parole ma che arrivano dritte al cuore.

Gli spari sopra (1993): E’ la canzone che da il titolo all’album più bello di Vasco. Una canzone rock in cui il rocker di Zocca critica aspramente il mondo di oggi, quello governato dei potenti che non hanno rispetto per nessuno e riescono sempre ad uscire vincenti dalle loro porcherie senza dare la minima importanza al popolo che soffre. Il titolo viene fuori in maniera un po’particolare quando Vasco ascolta una canzone degli An Emotional Fish con il ritornello che fa: “Celebrate, the party is over..” Quel The party is over diventa Gli Spari sopra.

Lo show (1993): Vasco sta facendo Jogging nel parco e, nelle sue orecchie, riecheggia una musica in finto in inglese che Solieri ha composto per lui. La musica sarebbe perfetta per aprire i concerti ma bisogna trovare il testo…Vasco si cala nel clima emozionale del pezzo sfidando il bosco e da li le parole vengono da sole, parole che narrano dei pensieri e le emozioni che attraversano il suo stato d’animo prima di salire sul palco e dare il via allo spettacolo. Sarà la canzone di apertura dei tour del 1993, 1999 e del Live Kom 2016.

Vivere (1993): Una delle prime tre canzoni più belle mai scritte da Vasco. Vivere nasce nel 1992 quando il Blasco, Riva e Tullio Ferro, si ritrovano a Villa Condulmer per creare nuovi brani. La canzone nasce per caso: Riva strimpella ossessivamente lo stesso accordo, Vasco ci pensa un po’ su e poi scandisce tre sillabe: Vi-ve-re. Un inno alla vita. Vivere anche se sei morto dentro.

Stupendo (1993): Il trio Rossi-Riva-Ferro costruisce un altro capolavoro che rappresenta una critica di Vasco nei confronti della propria generazione desiderosa di cambiare il mondo invece, con il tempo, si è adattata ai poteri forti e ha smesso di sognare. La mancanza di sognare e di lottare provoca, nel ritornello, un leggero voltastomaco a Vasco. L’assolo finale è da brividi.

Terzo Periodo

Senza parole (1994): Una delle canzoni più belle e famose che Vasco regala ai membri del Fan Club nel 1994 insieme ad un’insolita maglietta ed un cappellino. La canzone narra di un’amore che sembra svanire perché Vasco si accorge che quella donna non è più sua e prova a fargli capire nel ritornello tutto l’amore che lui ha donato e continua donare come sottolineano le parole: “Ho guardato dentro un’emozione e c’ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore!”

Sally (1996): Per molti la canzone più bella di Vasco. La scrive in pochi minuti mentre si trova Saint-Tropez in un locale pieno di donne, lui si innamora di tutte ma all’uscita si ritrova da solo pieno di eccitazione da smaltire. Al suo amico la notte è andata meglio e se ne sta andando con l’amante. A Vasco quella donna da l’idea di aver preso tante batoste dalla vita, proprio come lui. Nasce Sally, prima che il sole sorga. Vasco definirà questo brano come “una ciambella col buco”.

Gli angeli (1996): Vasco scrive questa canzone in uno dei momenti più difficili della sua vita perché il suo grande amico Lolli sta morendo a causa di un tumore. Vasco scrive la canzone di getto e la fa sentire subito al suo grande amico che di li a poco morirà. Da questa canzone viene estratto anche un video da record il cui regista è Roman Polanski.

QUARTO PERIODO

Quarto periodo

Rewind (1998): Vasco scrive il testo della sua canzone per la prima volta nel 1995 e lo inserisce nel suo libro “Diario di Bordo” ma, attraverso Gaetano Curreri, questa diventa una canzone a tutti gli effetti, anzi una delle canzoni più amate dal popolo del Blasco. Tripudio di reggiseni ogni volta che le note di Rewind riecheggiano ad un concerto del Kom.

Io no (1998): Vasco scrive questa canzone pensando ad una storia con una ragazza che ormai volge al termine e dalle prime note già si può capire quanto abbia sofferto per lei. Il testo è un continuo gioco di parole con Vasco che riflette sul fatto che la colpa potrebbe essere anche sua e non solo della sua ex.

Siamo soli (2001): La canzone parla dell’incompatibilità tra due persone che hanno provato a stare insieme ma non ce l’hanno fatta. Il rapporto è giunto ormai al capolinea, al vita continua e alla fine, dopo una storia d’amore finita male, ci si ritrova irrimediabilmente soli.

Se è vero o no (2002): Questa canzone viene inserita nel Cd promozionale Gli spari sopra uscito nel 1992 con quattro versione arrangiate di alcune canzoni. L’anno dopo Vasco la scarta per l’album ma la ripropone nel 2002. Un brano ricco di significati e troppo sottovalutato.

Un senso (2004): Vasco, per scrivere questo brano, si ispira al libro Non ti muovere. Il testo è quindi da leggere come il desiderio di uomo di cercare il senso alla sua vita anche se questa apparentemente non ce l’ha. Le lettura del brano però non porta solo ad una visione pessimistica perché nel finale si evince la possibilità di sperare in un domani, un futuro migliore.

E..(2004): Questa canzone viene scritta per Vasco da Pia Tuccitto. Il Blasco cambia qualche parte del testo mescolandola al suo stile cosi da creare una delle canzoni più amate dal pubblico femminile e non.

Il mondo che vorrei (2008): Vasco ripercorre attraverso questa canzone il fascino per ciò che è proibito ma alla fine arriva ad una conclusione che ci si deve limitare e non si può fare sempre quello che si vuole.

Eh già (2011): Vasco pubblica il video di questa canzone nel giorno del suo cinquantanovesimo compleanno. La canzone è una ballad il cui tema è una sorta di risposta a chi lo voleva morto come dimostra il ritornello: “In quattro parole..Io sono ancora  qua!”

I soliti (2011): Questo pezzo nasce a Los Angeles alla fine della registrazione dell’album Vivere o Niente. Vasco non riuscirà ad inserirlo nel disco e lo definirà un nato tardi. Una delle canzoni più sottovalutate di Vasco che riprende il tema della libertà come nel ritornello: “Noi siamo liberi di volare, liberi di sognare, liberi di ricominciare”

Come Vorrei (2014): Vasco torna a pubblicare il nuovo album “Sono innocente” dopo tre anni di problemi e malattie. Il primo singolo è Come Vorrei, una ballad alla Vasco in cui il rocker si interroga su cosa cambiare nel mondo e nella vita. Il suo desiderio è quello di cambiare il mondo intero ma c’è qualcosa che lo frena ossia qualcosa che lui ama, la donna che lui ama. La frase finale rappresenta un eterno dubbio all’interno di Vasco: “Posso vivere senza di te?”.

Quante volte (2014): Questa canzone è una viaggio tra parole nostalgiche ed occasioni perdute attraverso frammenti di significato, gli stessi frammenti che compongono il volto di Vasco nel video. La canzone non ha un solo significato ma sa di risalita e sconfitta. In poche parole: un capolavoro.

Quarto periodo

Un mondo migliore (2016): L’ultimo singolo. Il brano non smentisce gli scettici, anzi Vasco non smentisce. La canzone è un viaggio introspettivo che mira a scavare fino in fondo nell’animo umano facendo riflettere tutti su che prezzo abbia la libertà e l’idea di quel mondo migliore che noi tutti abbiamo. La libertà, però, secondo Vasco, in stile cowboy, non è un qualcosa di dovuto e che si raggiunge senza sudare ma ha bisogno di lotte continue come sottolinea il ritornello: “Sai, essere libero costa soltanto qualche rimpianto….”, poi il rocker prosegue: “Si, tutto è possibile perfino credere che possa esistere un mondo migliore!”. Qui è il punto nevralgico della canzone perchè quello che immagina Vasco non è un mondo senza problemi e sofferenze ma un mondo più giusto dove ognuno ha la possibilità di renderlo migliore anche se poi costa qualche rimpianto. I cori regalano al brano una cornice più mistica e coinvolgente. C’è tutta l’ironia e il sarcasmo di Vasco anche in questo singolo che riprende i vari temi già trattati nelle precedenti canzoni passando da Come Vorrei a Liberi Liberi. “La libertà ha una senso se si trova dentro un limite, sennò è caos”, parola del Kom che anche con questo brano ha fatto centro.