La voce più importante è costituita dalle spese per la ricettività che ammonteranno a 1,3 miliardi, per il 55% a carico degli stranieri e per il residuo 45% degli italiani. A seguire il trasporto, che vale circa 600 milioni, e la ristorazione, che si ferma a 570 milioni, una cifra quest’ultima che “fotografa” soltanto la spesa dei turisti, vale a dire di quanti pernottano fuori casa, e non l’intero valore della ristorazione, ben più elevato. Anche per queste voci la quota dei turisti stranieri sarà maggiore di quella degli italiani, con oltre 400 milioni per i trasporti, principalmente a causa della crescita delle tariffe aeree, e 300 milioni per la ristorazione.
I regali, per sé e per gli altri, e i biglietti per gite, musei, gallerie, attività ricreative e sportive, vale a dire le spese per gli acquisti e “per altri motivi connessi al turismo”, sono destinati a valere tra i 950 milioni e il miliardo. Sul fronte dei regali sta ampliandosi la fetta di prodotti artigianali di pregio e di prodotti agroalimentari di alta qualità.
Tra i regali artigianali prevalgono ceramiche e vetri, gioielli e bigiotteria, tessuti e oggettistica. A premiare le scelte agroalimentari i riconoscimenti di origine. Tra le attività ricreative sta crescendo la voglia dei vacanzieri di “sporcarsi le mani”, vale a dire di impegnarsi direttamente in occupazioni manuali, seguendo i sempre più battuti sentieri del turismo esperienziale.
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